Donare il 5 per mille a Medici senza Frontiere: perché è importante e come si fa

Published by:

Firmare a favore del 5 per mille da destinare a Medici senza Frontiere è un gesto senza dubbio di enorme importanza che può cambiare la vita di numerose persone. Questa organizzazione, infatti, ormai da diversi decenni si impegna, grazie al suo staff, a salvare vite in ogni angolo del mondo. La prosecuzione dell’attività di MSF dipende anche dalle donazioni ricevute, ed è per questo motivo che vale la pena di prendere in considerazione l’idea di effettuare una donazione 5 per mille. Gli specialisti di Medici senza Frontiere garantiscono, senza soluzione di continuità, le cure per persone che, in vari Paesi del mondo, non hanno accesso all’assistenza sanitarie o devono fare i conti con epidemie, conflitti bellici o catastrofi naturali.

Come devolvere il 5 per mille

Vediamo, dunque, quali sono le azioni da mettere in pratica per devolvere il 5 per mille a Medici senza Frontiere. Per prima cosa è necessario compilare il Modello Unico, il CU o il modulo 730, per poi apporre la propria firma nel riquadro che cita il sostegno agli enti del terzo settore che sono iscritti al Runts. Dopodiché occorre solo specificare il codice fiscale di Medici Senza Frontiere, che è 970 961 20 585. Va ricordato comunque che la donazione del 5 per mille può essere effettuata anche da coloro che non sono tenuti a compilare la dichiarazione dei redditi, vale a dire da chi dispone unicamente del modello CU che gli viene messo a disposizione dal datore di lavoro o dall’Inps. Per procedere in questo caso bisogna far riferimento a una scheda unica che permette di scegliere la destinazione del 2 per mille, del 5 per mille e dell’8 per mille. A proposito: tali scelte possono essere espresse in maniera simultanea, dal momento che non risultano alternative le une rispetto alle altre.

Come vengono usati i soldi da Medici senza Frontiere

Ovviamente un contribuente prima di decidere di devolvere il proprio 5 per mille a Medici senza Frontiere può essere curioso di scoprire in che modo verrebbe usato il suo denaro: è una richiesta legittima, che è giusto assecondare. Ebbene, nel 2022 Medici senza Frontiere ha raccolto poco più di 7 milioni e 600mila euro, che rappresentano i fondi provenienti dalla dichiarazione dei redditi del 2021, in virtù della generosità di circa 180mila persone. Con i fondi che sono stati ricevuti, gli specialisti di MSF sono intervenuti in diversi Paesi del mondo, per la cura e la prevenzione della malaria, per lottare contro la malnutrizione e in altri ambiti quali l’assistenza psicologica e sanitaria, la salute riproduttiva e infantile, la medicina d’urgenza e la chirurgia.

Che cosa si può fare con il denaro del 5 per mille

Ipotizziamo il caso di un contribuente che abbia un reddito lordo di 75mila euro. In questo caso l’imposta relativa, con aliquota al 41%, è pari a 25.420 euro, al lordo di crediti di imposta, ritenute, detrazioni e deduzioni. Ebbene, il 5 x 1000 di questa imposta corrisponde a 127 euro, denaro sufficiente per vaccinare più di 170 bambini contro il morbillo. Con un reddito lordo di 55mila euro, invece, l’imposta relativa, con aliquota al 38%, sarebbe di 17.220 euro, per un 5 per mille di 86 euro: soldi che potrebbero essere usati per comprare un kit di emergenza con il quale medicare quasi 40 pazienti. I 35 euro corrispondenti al 5 per mille di un contribuente con un reddito lordo pari a 28mila euro, per un’imposta relativa di 6.960 euro con aliquota al 27%, potrebbero infine essere impiegati per comprare 120 bustine di cibo terapeutico da destinare a bimbi malnutriti.

Entra nel vivo il progetto laboratoriale “VITE DA LIBRI. UN MONDO DA LEGGERE”

Published by:

Parma, 12 febbraio 2023 – È un invito alla curiosità, all’immaginazione, alla conoscenza della parola scritta e al suo riverberarsi nel mondo attraverso la lettura, il percorso di laboratori avviato a dicembre dagli artisti dell’associazione L.O.F.T., in collaborazione con Progetti&Teatro, e intitolato, per l’appunto, “Vite da libri. Un mondo da leggere”. Nata nell’ambito del bando sostenuto da Fondazione Cariparma “Leggere crea indipendenza”, l’iniziativa vuole coinvolgere persone di diversa età ed estrazione per avvicinarle ad una lettura più consapevole e più ricca di stimoli.

I laboratori, entrati in questi giorni nel vivo con appuntamenti settimanali, toccano cinque quartieri di Parma (Montanara, Lubiana, Oltretorrente, Pablo e San Leonardo) in una ideale corrispondenza simbolica con i cinque continenti, ognuno dei quali è terra d’origine di un autore prescelto. Il lavoro si articola in più tappe condivise con i partecipanti, dopo una fase iniziale riservata alla lettura individuale del singolo testo; insieme si passa all’analisi della biografia dell’autore e quindi alla lettura ad alta voce di alcuni passaggi dell’opera più rappresentativa nella vita dello scrittore individuato. Un modo partecipativo per mettere a fuoco l’importanza degli elementi biografici e della personalità autoriale all’interno di un processo creativo riconducibile alla scrittura ma anche un’occasione per imparare a conoscere le tecniche di base dell’interpretazione (pause, respiri, intonazioni) attraverso la lettura ad alta voce.
Al primo incontro di dicembre, guidato dal drammaturgo Matteo Bacchini e dall’attore Savino Paparella, che ha inaugurato ad Art Lab in Oltretorrente il laboratorio sulla poesia e la biografia di Majakovskij, sono quindi seguiti tra gennaio e febbraio al centro famiglie Il Portico, in piazzale Lubiana, il laboratorio dell’attore Adriano Engelbrecht sull’opera e la vita di Edmond Jabes con “Il libro dell’ospitalità”, mentre presso Officine On/Off nel quartiere San Leonardo, quello curato dall’attrice Sandra Soncini e dalla musicista Patrizia Mattioli su “L’arca dei suoni immaginari” del compositore e insegnante David Monacchi. Aprirà, invece, a breve al Centro Giovani Montanara il laboratorio tenuto dalle attrici Elisa Cuppini e Franca Tragni sulla vita di José Saramago e sul romanzo “Le intermittenze della morte”, che si rivolgerà ad anziani, adulti e bambini per un lavoro sulla collettività di quartiere; infine, tra febbraio e marzo sarà la volta dell’attrice Francesca Grisenti, insieme al regista e attore Carlo Ferrari e ad Elisa Cuppini, a condurre nel quartiere Pablo il laboratorio dedicato alla vita di J.M. Coetzee e a due suoi testi: il racconto “Bugie” e il romanzo “Vergogna”.

Per maggiori informazioni sul progetto e sulle modalità di partecipazione scrivere a loftassociazione@gmail.com

Cosa visitare a Bruxelles

Published by:

Ciao! Se sei a Bruxelles e stai cercando cosa fare, ci sono moltissime attività interessanti da considerare. Ecco alcune idee:

  1. Visita il Mercato delle Pulci di Bruxelles: situato nel quartiere di Saint-Gilles, questo mercato coperto ospita circa 500 bancarelle che vendono di tutto, dall’artigianato agli oggetti vintage.
  2. Esplora il quartiere delle Galeries Royales Saint-Hubert: questo elegante passaggio coperto ospita negozi di lusso, ristoranti e caffè.
  3. Visita il Museo delle Belle Arti di Bruxelles: situato nel quartiere di Ixelles, questo museo ospita una vasta collezione di opere d’arte belga e internazionali, tra cui opere di artisti come Rubens e Magritte.
  4. Assaggia il famoso cioccolato belga: Bruxelles è famosa per il suo cioccolato di alta qualità, quindi assaggiarne alcuni pezzi è un must durante il tuo viaggio.
  5. Visita il Atomium: questo edificio iconico, situato nel parco di Bruxelles, è stato costruito per l’Esposizione Universale del 1958 e oggi ospita mostre sulla scienza e la tecnologia.
  6. Passeggia lungo il canale di Bruxelles: il canale di Bruxelles è il luogo ideale per una passeggiata rilassante, con molti caffè e ristoranti lungo la riva.
  7. Visita il Manneken Pis: questa famosa statua di un bambino che fa pipì è diventata un simbolo di Bruxelles e attira molti turisti ogni anno.
  8. Esplora il quartiere del Sablon: situato nel cuore di Bruxelles, questo quartiere è conosciuto per i suoi negozi di lusso e i suoi mercatini delle pulci all’aperto.

Il nostro consiglio è quello di affidarti ad una guida facendo un tour di Bruxelles per scoprire tante curiosità di questa città.

Dove mangiare a Bruxelles

Se sei a Bruxelles e stai cercando un posto dove mangiare, ci sono moltissimi ristoranti e caffè da considerare. Ecco alcune idee:

  1. Il Fritland è un posto famoso per le sue patatine fritte: questo locale serve le migliori patatine fritte di Bruxelles e offre molti condimenti e salse da scegliere.
  2. Le Pain Quotidien è una catena di caffè e ristoranti con sede a Bruxelles: offrono cibo sano e biologico, come zuppe, insalate e panini.
  3. Le Petit Manoir de Provence è un ristorante di cucina francese situato nel quartiere di Ixelles: offrono piatti tradizionali come la bouillabaisse e il coq au vin.
  4. Le Zinneke è un ristorante etnico situato nel quartiere di Molenbeek: offrono una vasta selezione di piatti di diverse culture, come il couscous marocchino e il curry indiano.
  5. Le Pot au Feu è un ristorante di cucina belga situato nel quartiere di Saint-Gilles: offrono piatti tradizionali belgi come il carbonade flamande e il stoemp.
  6. La Maison Dandoy è una famosa pasticceria di Bruxelles: offrono una vasta selezione di biscotti e pasticcini, come i famosi biscotti al burro di Bruxelles.

Printaly, la piattaforma italiana per la stampa online

Published by:

Come scegliere la migliore tipografia online per affiancare la propria azienda ogni qualvolta si rende necessario stampare dei prodotti promozionali? Talvolta si tratta di semplici biglietti da visita, mentre altre volte si tratta di qualcosa di più complesso, come potrebbe essere per esempio un nuovo catalogo, oppure un pannello in alluminio per la nuova insegna del punto vendita, o ancora, un roll up bifacciale da esporre nel proprio stand durante le fiere del settore. Le esigenze delle imprese moderne in fatto di stampa sono sempre di più, sapendo molto bene che tra gli effetti collaterali del processo di digitalizzazione c’è anche l’esaltazione della comunicazione offline, che viene vista ora come un valore aggiunto. Per questo, per le imprese come anche per gli studi grafici, diventa cruciale poter contare su una piattaforma online che possa soddisfare le proprie richieste in modo efficace. Ma come scegliere il partner giusto?

Cosa chiedere a una tipografia online per la propria impresa

Prima di tutto è necessario guardare alla qualità della stampa e più in generale dei prodotti personalizzati. Si parla quindi della qualità dell’immagine stampata, ma anche della bontà e della resistenza dei materiali utilizzati e della cura del dettaglio. Ma non è tutto qui: le imprese hanno il bisogno di poter contare su una piattaforma per la stampa online che possa offrire la stampa personalizzata di un’ampia varietà di prodotti, senza quindi concentrarsi su un’unica categoria. Ecco quindi che la tipografia online di riferimento dovrebbe essere offrire sia la stampa di piccolo formato, sia quella di grande formato, occupandosi sia della stampa di volantini, sia di striscioni pubblicitari e totem.

É inoltre importante scegliere una tipografia online che possa vantare un parco macchine diversificato, così da poter offrire sempre la tecnologia migliore e più adatta, dalla stampa offset alla stampa digitale. E ancora, la piattaforma da eleggere come proprio partner per la stampa online deve essere rapida, garantendo tempi di consegna veloci, ridotti al minimo. Tante imprese trascurano poi l’importanza di poter contare su delle piattaforme che, al momento del bisogno, possano offrire un’assistenza pronta ed esperta.

Printaly, la risposta giusta

C’è una piattaforma per la stampa online che soddisfa tutti questi requisiti: parliamo di Printaly, una tipografia online italiana che offre un ampio catalogo di prodotti per la stampa offset e digitale, che si impegna a effettuare tutte le consegne tra i 2 e i 6 giorni lavorativi, e che offre un prezioso servizio di consulenza e assistenza.

Progetto “Leggo quindi penso: pianeta Pinocchio”: presentazione del documentario a Palazzo Bossi Bocchi

Published by:

Un progetto che ha offerto una preziosa occasione di educazione alla lettura e all’ascolto, in un percorso di attività che hanno saputo generare stimoli, riflessioni, condivisioni, relazioni, coscienza critica. “Leggo quindi penso: pianeta Pinocchio”, iniziativa ideata e realizzata dall’associazione culturale Progetti&Teatro, in collaborazione con L.O.F.T. Libera Organizzazione Forme Teatrali e il sostegno di Fondazione Cariparma, si è conclusa lo scorso anno tra l’entusiasmo degli artisti coinvolti, dei partecipanti ai laboratori e del pubblico che ha poi assistito allo spettacolo finale. Il capolavoro di Collodi è stato così un efficace strumento di comunicazione tra le persone chiamate a leggerne e ad ascoltarne le pagine, un mezzo straordinario per attivare confronti e pensieri sulle diverse tematiche trattate nell’opera come la disobbedienza, la coscienza, il viaggio, la formazione, l’amicizia.

Del percorso laboratoriale a suo tempo intrapreso è stato realizzato un video intitolato appunto “Pianeta Pinocchio”, documentato dal videomaker Lorenzo Bresolin, che verrà presentato sabato 17 dicembre alle ore 16 e alle ore 18 presso la Sala Conferenze di Palazzo Bossi Bocchi, sede di Fondazione Cariparma.
All’evento, aperto al pubblico, parteciperanno anche i conduttori/attori dei laboratori e i partecipanti al progetto.
Ingresso libero

(Si prega di confermare la propria presenza inviando una mail all’indirizzo info.progettieteatro[@]gmail.com)

Smartwatch per bambini: il Garmin Vivofit Jr. 3

Published by:

Nel panorama degli smartwatch per bambini, uno dei prodotti più apprezzati da genitori e figli può essere individuato senza dubbio nel Garmin Vivofit Jr. 3. Si tratta di un dispositivo che è stato ridisegnato per avere una conformazione simile più a quella di un orologio che non a quella di un bracciale fitness, ed è caratterizzato da tanti colori diversi; non mancano le versioni a tema, fra le quali spicca Avengers Marvel. Dal punto di vista estetico, la differenza rispetto al modello precedente è notevole. Il display ha dimensioni maggiori, con più colori e una risoluzione più elevata: insomma, la qualità è superiore. Il modulo centrale gode di una protezione ottimale rispetto a rigature e colpi grazie alla connessione fra i cinturini e la lunetta; cinturini che, fra l’altro, possono essere regolati con una circonferenza compresa tra i 130 e i 175 millimetri.

Le caratteristiche tecniche

Resistente all’acqua fino a una profondità di 50 metri, questo dispositivo di Garmin è consigliato ai bambini dai 4 anni in su. Il peso è di 25 grammi, mentre il display vanta una risoluzione di 112 x 112 pixel, con una tecnologia MIP a 64 colori e dimensioni di 14.1 x 14.1 millimetri. Lo scopo del Vivofit Jr. 3 è fare in modo che i piccoli siano il più possibile attivi: lo dimostra la sua ricca dotazione, che oltre al monitoraggio del sonno include il conteggio dei passi e il tempo di attività nel corso della giornata, proprio come tutti gli altri modelli di Garmin. Ovviamente le attività in questione sono state adattate per andare incontro alle preferenze dei bambini, affinché gli stessi siano più motivati. Ecco perché l’orologio prevede degli obiettivi che devono essere raggiunti, nel contesto di un gioco che si articola su più livello attraverso l’app Garmin Junior.

Perché acquistare questo dispositivo

Consultando la guida all’acquisto dei migliori smartwatch per bambini è possibile capire le caratteristiche dei vari modelli in commercio in questo momento e apprezzare ancora di più le funzioni del Garmin Vivofit Jr. 3. Tra l’altro, l’app Garmin Junior può essere scaricata sia su dispositivi Android che su dispositivi iOS, in maniera del tutto gratuita; questa applicazione prevede un sistema di ricompense e di premi che si ottengono a mano a mano che vengono conseguiti gli obiettivi prefissati, proprio per stimolare e incentivare i piccoli utenti. Il telefono comunica con lo smartwatch in maniera semplice attraverso il Bluetooth. Un altro dei motivi che dovrebbero indurre a scegliere il modello in questione è rappresentato dal Garmin World Tour, un gioco presente nell’app che permette di scalare i livelli non solo svolgendo attività fisica, ma anche tramite attività intellettuali che comprendono indovinelli, quiz e puzzle.

Il monitoraggio da parte dei genitori

Con Garmin Vivofit Jr. 3, mamme e papà hanno la possibilità di controllare ogni aspetto tramite l’app Garmin per adulti, che consente fra l’altro di verificare le attività che vengono svolte dai bambini. Non solo: i genitori stessi hanno l’opportunità di definire gli obiettivi e di erogare le ricompense e i premi sulla base di un sistema di monete virtuali che in seguito si potranno scambiare. Quindi, nel caso in cui anche altri componenti della famiglia abbiano un dispositivo Garmin, tutti i device possono essere raggruppati in un’unica app, affinché sia possibile seguire l’evoluzione di tutti ed effettuare dei confronti. Si tratta di una funzione che riguarda tanto i bambini quanto gli adulti, il che permette di dar vita a vere e proprie sfide nel contesto di giochi di famiglia. L’aspetto ludico è evidentemente correlato alle funzionalità di un fitness tracker che stimola l’esercizio fisico e fornisce dati relative alle distanze percorse e ai passi compiuti.

L’autonomia della batteria

La batteria del Garmin Vivofit Jr.3 non può essere ricaricata tramite USB; il funzionamento, invece, si basa su una pila a bottone che deve essere cambiata quando si esaurisce. La durata è più o meno di un anno, ma ovviamente varia a seconda dell’utilizzo del dispositivo. La pila si trova senza problemi in qualunque negozio e costa meno di 5 euro. In questo modo i bambini non si devono preoccupare di ricaricare tutte le volte la batteria e possono contare su un dispositivo sempre funzionante.

Grande successo per “La Peste” del Teatro del Cerchio all’interno degli spazi di OPEM S.p.A. – Parma

Published by:

Parma, 21.11.2022 – “Siamo davvero felici di tanta entusiastica partecipazione da parte del pubblico. Purtroppo non abbiamo potuto soddisfare tutte le richieste perché si tratta di uno spettacolo molto particolare, per uno spettatore alla volta. Ma siamo fiduciosi che possa ripresentarsi presto un’altra occasione” racconta il regista Mario Mascitelli, Direttore Artistico del Teatro del Cerchio, che insieme a un affiatato gruppo d’interpreti (in ordine di apparizione: Giorgio Cossu, Gianpiero Aceto, Giovanni Pazzoni, Pier Dante Federici, Anna Lisa Cornelli, Martina Manzini, Mario Aroldi, Alfredo Biondolillo, Stefania Maceri, Gabriella Carrozza, Andrea Faccioli, Silvia Nisci, Loredana Scianna, Silvia Santospirito) ha allestito sabato 19 novembre lo spettacolo “La Peste” all’interno degli spazi aziendali di Opem S.p.A., impresa d’eccellenza nel nostro territorio e non solo.

Dopo oltre vent’anni di repliche, “La Peste” targata TDC ha coinvolto, emozionato e scosso ancora una volta il numeroso pubblico che ha attraversato le undici stanze performative nelle fasce di accesso, pomeridiane e serali, rese disponibili per questo speciale evento; un’occasione unica che ha sancito anche l’avvio di una virtuosa collaborazione tra una delle realtà teatrali più seguite in città e un’azienda parmigiana storica.

Moltissime le impressioni, le riflessioni, i pensieri raccolti tra il pubblico prima e dopo il percorso. “Sono molto curioso di ascoltare la storia e di vedere anche come hanno trasformato lo spazio dove abitualmente lavoro” racconta Nicola, un dipendente di Opem e poi, al termine, tanta meraviglia negli occhi ed emozioni palpabili. “Bellissimo, abbiamo interagito con gli attori e siamo stati appieno dentro alle narrazioni in modo estremamente autentico!” scrive Monica sul libro all’uscita dove condividere a caldo i commenti dopo l’esperienza teatrale, ma c’è anche Nicoletta che dice “tanta emozione e tanta attualità nel dolore. Storie che sembrano lontane ma che sono in qualche modo tornate tra noi”, e poi Paola che confessa “stupendo, e mi è venuta voglia di rileggere il libro di Camus”, il giovane Alessandro che rivela “è stato un viaggio, non solo fisico ma immaginifico. Mi sentivo un personaggio diverso in ogni stanza”, Francesca che scrive “una catarsi, post-moderna, sospesa tra i pensieri sospesi e vissuti” e la stessa Ombretta Sarassi Binacchi, Direttrice Generale di Opem S.p.A, che sottolinea “una recitazione davvero convincente e una drammaturgia che rispecchia la situazione mondiale di grande incertezza vissuta con il Covid”

Uno spettacolo che è entrato dentro ai partecipanti, proprio come la peste, ma per contagiare con emozioni, suggestioni, pensieri. Un’occasione culturale straordinaria resa possibile dall’intraprendenza del Teatro del Cerchio e dalla lungimiranza di Opem S.p.A.

Secondo anno del progetto “Immediatamente mito”: protagonisti i ragazzi e le ragazze delle scuole superiori e dei centri giovanili

Published by:

Il percorso laboratoriale “Immediatamente mito”, inaugurato alle scuole secondarie di 1° grado e condotto dagli artisti di L.O.F.T. Libera Organizzazione Forme Teatrali, con il sostegno della Fondazione Pizzarotti nell’ambito del bando “Trovarsi 2020”, si rivolgerà quest’anno agli Istituti superiori della città e ai centri giovanili di aggregazione e formazione. Tra le finalità del progetto, contrastare la povertà formativa e valorizzare le relazioni fra le nuove generazioni.

Parma, 18 novembre 2022 – Dopo un bellissimo riscontro di pubblico, che ha confermato, in occasione dell’esito performativo del giugno scorso presso il Teatro Europa, la viva partecipazione degli spettatori, soprattutto quelli più giovani, al progetto teatrale nella sua organicità, ha preso il via in questi giorni il secondo anno di “Immediatamente mito”, un’articolata attività laboratoriale realizzata dall’associazione culturale L.O.F.T. Libera Organizzazione Forme Teatrali e finanziata dalla Fondazione Pizzarotti nell’ambito del bando “Trovarsi 2020”. Protagonisti del secondo anno di incontri, volti ad avviare una riflessione contemporanea sul concetto di “mito”, saranno gli alunni/e di alcuni Istituti superiori di Parma e dei più frequentati Centri Giovani cittadini.

Il progetto, ideato per contribuire alla prevenzione della dispersione scolastica, un fenomeno purtroppo crescente tra i giovanissimi, e stimolare, attraverso il confronto in classe, il dialogo fra insegnanti, ragazzi/e, famiglie e le idee finalizzate, come lo scorso inverno, alla messinscena di quattro monologhi teatrali, coinvolgerà quest’anno due sezioni del Liceo Artistico Toschi e una classe seconda dell’ ISISS Pietro Giordani; l’attività laboratoriale si rivolgerà, inoltre, ai Centri Giovani riconosciuti in città (Federale, Casa nel Parco, Esprit, Montanara) e a una classe di Forma Futuro, ente accreditato dalla regione Emilia-Romagna per i corsi di formazione.

Da novembre 2022 a maggio 2023 i partecipanti verranno, quindi, guidati – all’interno delle classi di riferimento e presso i propri spazi aggregativi – in quattro diversi laboratori attorno al “mito immediato”, per far riflettere sulla fascinazione che questi miti esercitano nelle scelte quotidiane e nelle relazioni fra gli adolescenti.

I percorsi saranno, come l’anno scorso, articolati in diverse fasi: un iniziale dibattito sul tema, la raccolta collettiva di materiale “mitico” e una rielaborazione critica con restituzione teatrale affidata agli artisti di L.O.F.T. che metteranno in scena i monologhi finali (uno per ogni gruppo di lavoro), prima presentandoli all’interno degli Istituti di riferimento, e, poi tra maggio e giugno, in una serata conclusiva aperta al pubblico.

La prima parte del lavoro, quella d’indagine e raccolta del materiale, sarà guidata dal drammaturgo Matteo Bacchini e dall’attore e regista Savino Paparella.

Le fasi di lavoro saranno, inoltre, documentate da riprese video ad opera del videomaker Lorenzo Bresolin, che realizzerà un docu-film da mettere a disposizione degli Istituti scolastici e dei Centri coinvolti nel progetto.

Per info e contatti: loftassociazione [@] gmail.com

“La Peste”, spettacolo simbolo della produzione TDC, in scena allo stabilimento di Opem S.p.A. – Parma

Published by:

“Undici stanze in cui uno spettatore alla volta incontrerà le vicende e i personaggi rivisitati dal romanzo di Camus, in un avvincente percorso itinerante della durata di 33 minuti. Quindici attori pronti a “contagiare” di storie e di teatro ogni singolo spettatore con cui interagire, alla ricerca di quell’essenza della “città malata” che solo una Casbah di voci può ricreare all’interno di uno spazio teatrale”. Con queste parole, Mario Mascitelli, Direttore Artistico del Teatro del Cerchio e regista, raccontava tempo fa sul blog di Teatropoli la genesi dello spettacolo “La Peste”, una produzione ormai simbolo del repertorio TDC, nata dalle suggestioni del romanzo di Albert Camus.

Dopo oltre vent’anni di repliche all’interno degli spazi abituali, deputati ad accogliere una messinscena, la versione teatrale firmata da Mascitelli verrà riproposta quest’anno in un evento speciale che coinvolgerà una delle realtà imprenditoriali più importanti di Parma, l’azienda Opem S.p.A., attiva dal 1974 nel settore del packaging e oggi specializzata nella produzione d’impianti per il confezionamento del caffè e non solo.

Nella volontà condivisa, ed encomiabile, di mettere in relazione il mondo della cultura (e del teatro in particolar modo) con quello del’impresa, di trovare nuovi stimoli attraverso il linguaggio scenico e gettare ponti ideali, anche in un’ottica di esplorazione personale e di collaborazione futura, verrà quindi presentato sabato 19 novembre, in fascia pomeridiana e serale (dalle 15.30 alle 17.30 e dalle 19.30 alle 21.30), lo spettacolo “La Peste”. Spettatori di questa versione eccezionale che conquisterà per un giorno le aree aziendali, saranno i dipendenti di Opem, ma anche il pubblico da fuori che potrà accedere ad ingresso gratuito, sempre per una persona alla volta e nel rispetto delle norme sanitarie vigenti, avendo così l’opportunità di attraversare individualmente le “stanze” pensate dal regista, lasciandosi sorprendere, emozionare, commuovere, vivendo un’esperienza teatrale immersiva e toccante.

Sarà estremamente coinvolgente riscoprire la potenza del linguaggio espressivo e del gesto che fluisce da una singola persona all’altra, dall’interprete allo spettatore, avvolti da un’insolita atmosfera artistica che pervaderà, per una volta, quello che è solitamente concepito come luogo di lavoro industriale.
Un evento straordinario per generare riflessioni, suscitare pensieri o sollevare domande più profonde e comuni all’essere umano, al nostro sentire, al nostro intendere il mondo e l’esistenza.

Sopravvissuti a una peste reale che ha travolto le nostre vite e costretto ad allontanarci gli uni dagli altri, possiamo ora percorrere nuove vie d’incontro, dimostrando apertura, attenzione al dialogo e spirito propositivo. Questa tra teatro e impresa, realizzata da TDC e Opem, ne è un incoraggiante esempio.

Spettacolo per uno spettatore alla volta con obbligo di prenotazione contattando il numero 351 5337070 oppure scrivendo a prenotazioniteatrodelcerchio@gmail.com

(Posti limitati)

OPEM spa è sita in via della Cooperazione 2/a, Parma

Per maggiori info: teatrodelcerchio@gmail.com

www.teatrodelcerchio.it
www.opem.com
#leaveasign

Dall’agricoltura al turismo: le grandi industrie dell’Emilia-Romagna

Published by:

L’Emilia Romagna è una regione che si distingue nel paese per l’avanguardia del suo sistema economico e per l’attenzione alla produttività. Il suo PIL, secondo gli ultimi dati Istat del 2019, si posizionava nella parte alta della classifica italiana. Stando a quanto emerge dal rapporto annuale Regione-Unioncamere, l’Emilia Romagna alla fine del 2022 tornerà ai livelli pre-Covid e potrà ricominciare a puntare sugli asset che l’avevano guidata prima della pandemia, sperando in una crescita economica importante che possa valerle le prima posizioni nella classifica del PIL nazionale. A trainare l’economia della regione ci sono grandi industrie, medie e piccole aziende. Scopriamo insieme quali sono e che peso hanno nel totale degli introiti.

Emilia Romagna e agricoltura

L’agricoltura è l’eccellenza dell’Emilia Romagna. È un settore considerato pilota a livello nazionale perché i terreni della Pianura Padana sono un punto di riferimento per il paese, viste le particolari condizioni climatiche, l’utilizzo di macchinari moderni e tecniche avanzate e l’organizzazione delle cooperative agricole.
Il fiore all’occhiello dell’agricoltura sono gli ortaggi, coltivati nelle province di Ferrara, Piacenza e Ravenna. Segue poi l’allevamento del bestiame, che quasi si avvicina alle quantità dell’agricoltura. Non bisogna infine dimenticare la pesca costiera e di alto mare e alcuni allevamenti specifici, come quello delle anguille nella zona di Comacchio.

Emilia Romagna e turismo

Il turismo per gli emiliano-romagnoli è una vera e propria vocazione. Pensando infatti a questo settore, viene subito in mente la riviera romagnola e il business del turismo estivo. Un centinaio di chilometri di costa ogni anno attira migliaia di persone provenienti da tutta Italia e anche dall’estero. Rimini, Riccione, Cattolica, Cesenatico e Milano Marittima, sono solo alcune delle città simbolo di questo successo e rappresentano una fonte di investimento redditizia perché il mercato è sempre fiorente. Il segreto del successo della riviera romagnola è dovuto principalmente alla presenza di numerosi servizi, che assicurano una vacanza piacevole, senza pensieri e ricca di divertimenti. In quest’area ci sono infatti spiagge attrezzate, numerosi alberghi e soprattutto le discoteche e i pub più famosi della penisola.

Il turismo legato invece alla bellezza paesaggistica e al valore culturale si trova all’interno della regione, dove sono presenti città come Bologna, Ferrara e Modena che custodiscono monumenti, palazzi e opere d’arte dal valore inestimabile. Per chi desidera specializzarsi in questo settore, il consiglio è di valutare anche l’offerta di corsi online in economia, con l’obiettivo di acquisire competenze nella gestione aziendale e nel marketing. La possibilità di conseguire il titolo a distanza, grazie alle università telematiche come Unicusano, permette inoltre di poter valutare anche un tirocinio formativo mentre si studia, per cominciare ad entrare nel mood del settore.

Le aziende dell’Emilia-Romagna

Le industrie dell’Emilia Romagna sono quasi tutti di medie, piccole o piccolissime dimensioni. E, per essere forti sul mercato, si sono organizzate in cooperative. Tra le industrie più conosciute bisogna ricordare la Motor Valley, nei dintorni di Modena, nella quale spiccano gli stabilimenti della Ferrari e della Lamborghini, le industrie ceramiche a Faenza, le industrie meccaniche della provincia di Reggio Emilia, le aziende estrattive a Piacenza e di raffinazione a Ravenna. Altre attività che hanno reso famosa la regione in Italia e all’estero sono legate all’alimentazione e si trovano nella provincia di Bologna, Forlì, Cesena e nelle valli di Comacchio.