Da Baggio a Verdi, passando per Diamanti, gli assi del Bologna

calcioDa ormai molti decenni Bologna è una città di sport dove spiccano due attività principali. La prima è il basket, con due società storiche come la Fortitudo e la Virtus, e la seconda è il calcio, dove rimarrà per sempre vivo il ricordo dello ‘squadrone che faceva tremare il mondo‘, ossia il Bologna degli anni ’30. Vincitore di sette Scudetti, l’ultimo dei quali nel 1964, il club felsineo è una realtà storica del calcio italiano e, sebbene adesso navighi nelle zone calme della classifica di Serie A, ha saputo rialzarsi spesso dalla crisi dopo essere retrocessa in Serie B e addirittura in Serie C1. Con il campionato di Serie A 2017-18 che sta per chiudersi, il club rossoblù archivia un’altra stagione di alti e bassi nella quale si sta per proclamare campione la Juventus, favorita dai pronostici delle scommesse sulle manifestazioni sportive del calcio italiano.

Tuttavia, anche quest’anno nel club felsineo si è avuta l’impressione di aver assistito all’esplosione di un calciatore di livello elevato: stiamo parlando di Simone Verdi. Nato in provincia di Pavia nel 1992, il numero 9 rossoblù ha trovato la sua dimensione al Dall’Ara e quest’anno si è reso protagonista di una stagione importante, segnando 9 reti in 32 partite ma soprattutto dando dimostrazione di saper coprire molti ruoli in attacco. Abile nel dribbling e negli smarcamenti, Verdi è la classica seconda punta mobile che spacca gli equilibri e sa anche andare in rete. Quest’anno l’ex Empoli proveniente dal vivaio del Milan si è distinto soprattutto per essere riuscito ad andare più volte in rete nella stessa partita segnando due goal su punizione con entrambi i piedi, qualcosa di assolutamente eccezionale.

L’esplosione del talento pavese, cercato insistentemente dal Napoli a gennaio e forse diretto all’Inter l’anno prossimo, è soltanto l’ultima manifestazione delle abilità di un calciatore fuori dalla norma al Dall’Ara. Negli ultimi vent’anni i tifosi del Bologna sono stati abituati a vedere dei calciatori di un certo livello e si sono fatti la bocca buona. Tra tutti, ovviamente, va ricordato Roberto Baggio, fantasista d’altri tempi e per molti miglior giocatore italiano di sempre. Nella stagione 1997-98, quella prima del mondiale di Francia, il Divin Codino mise a referto la sua miglior stagione di sempre dal punto di vista realizzativo, andando in goal 22 volte in 30 partite, qualcosa che a Bologna non avrebbero visto più. Bistrattato alla Juventus e all’Inter, Baggio trovò proprio a Bologna l’affetto e la tranquillità necessaria per riprendersi la nazionale e andare poi all’Inter, dove avrebbe continuato a incantare.

Dopo di lui e prima di Verdi, al Dall’Ara è transitato un altro talento senza freni, quell’Alessandro Diamanti capace di incastonare gemme su punizione e di inventare giocate impensabili per gli altri. Mancino e poco avvezzo ai tatticismi, anche il fantasista toscano ha vissuto le sue migliori stagioni al Bologna, guadagnandosi anche la partecipazione all’Europeo 2012 con l’Italia di Cesare Prandelli, quando trasformò il rigore decisivo nella serie dei quarti di finale contro l’Inghilterra.

Verdi, dopo Baggio e Diamanti, è l’ennesima riprova che a Bologna il talento non si spreca mai.