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Donare il 5 per mille a Medici senza Frontiere: perché è importante e come si fa

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Firmare a favore del 5 per mille da destinare a Medici senza Frontiere è un gesto senza dubbio di enorme importanza che può cambiare la vita di numerose persone. Questa organizzazione, infatti, ormai da diversi decenni si impegna, grazie al suo staff, a salvare vite in ogni angolo del mondo. La prosecuzione dell’attività di MSF dipende anche dalle donazioni ricevute, ed è per questo motivo che vale la pena di prendere in considerazione l’idea di effettuare una donazione 5 per mille. Gli specialisti di Medici senza Frontiere garantiscono, senza soluzione di continuità, le cure per persone che, in vari Paesi del mondo, non hanno accesso all’assistenza sanitarie o devono fare i conti con epidemie, conflitti bellici o catastrofi naturali.

Come devolvere il 5 per mille

Vediamo, dunque, quali sono le azioni da mettere in pratica per devolvere il 5 per mille a Medici senza Frontiere. Per prima cosa è necessario compilare il Modello Unico, il CU o il modulo 730, per poi apporre la propria firma nel riquadro che cita il sostegno agli enti del terzo settore che sono iscritti al Runts. Dopodiché occorre solo specificare il codice fiscale di Medici Senza Frontiere, che è 970 961 20 585. Va ricordato comunque che la donazione del 5 per mille può essere effettuata anche da coloro che non sono tenuti a compilare la dichiarazione dei redditi, vale a dire da chi dispone unicamente del modello CU che gli viene messo a disposizione dal datore di lavoro o dall’Inps. Per procedere in questo caso bisogna far riferimento a una scheda unica che permette di scegliere la destinazione del 2 per mille, del 5 per mille e dell’8 per mille. A proposito: tali scelte possono essere espresse in maniera simultanea, dal momento che non risultano alternative le une rispetto alle altre.

Come vengono usati i soldi da Medici senza Frontiere

Ovviamente un contribuente prima di decidere di devolvere il proprio 5 per mille a Medici senza Frontiere può essere curioso di scoprire in che modo verrebbe usato il suo denaro: è una richiesta legittima, che è giusto assecondare. Ebbene, nel 2022 Medici senza Frontiere ha raccolto poco più di 7 milioni e 600mila euro, che rappresentano i fondi provenienti dalla dichiarazione dei redditi del 2021, in virtù della generosità di circa 180mila persone. Con i fondi che sono stati ricevuti, gli specialisti di MSF sono intervenuti in diversi Paesi del mondo, per la cura e la prevenzione della malaria, per lottare contro la malnutrizione e in altri ambiti quali l’assistenza psicologica e sanitaria, la salute riproduttiva e infantile, la medicina d’urgenza e la chirurgia.

Che cosa si può fare con il denaro del 5 per mille

Ipotizziamo il caso di un contribuente che abbia un reddito lordo di 75mila euro. In questo caso l’imposta relativa, con aliquota al 41%, è pari a 25.420 euro, al lordo di crediti di imposta, ritenute, detrazioni e deduzioni. Ebbene, il 5 x 1000 di questa imposta corrisponde a 127 euro, denaro sufficiente per vaccinare più di 170 bambini contro il morbillo. Con un reddito lordo di 55mila euro, invece, l’imposta relativa, con aliquota al 38%, sarebbe di 17.220 euro, per un 5 per mille di 86 euro: soldi che potrebbero essere usati per comprare un kit di emergenza con il quale medicare quasi 40 pazienti. I 35 euro corrispondenti al 5 per mille di un contribuente con un reddito lordo pari a 28mila euro, per un’imposta relativa di 6.960 euro con aliquota al 27%, potrebbero infine essere impiegati per comprare 120 bustine di cibo terapeutico da destinare a bimbi malnutriti.

Cosa visitare a Bruxelles

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Ciao! Se sei a Bruxelles e stai cercando cosa fare, ci sono moltissime attività interessanti da considerare. Ecco alcune idee:

  1. Visita il Mercato delle Pulci di Bruxelles: situato nel quartiere di Saint-Gilles, questo mercato coperto ospita circa 500 bancarelle che vendono di tutto, dall’artigianato agli oggetti vintage.
  2. Esplora il quartiere delle Galeries Royales Saint-Hubert: questo elegante passaggio coperto ospita negozi di lusso, ristoranti e caffè.
  3. Visita il Museo delle Belle Arti di Bruxelles: situato nel quartiere di Ixelles, questo museo ospita una vasta collezione di opere d’arte belga e internazionali, tra cui opere di artisti come Rubens e Magritte.
  4. Assaggia il famoso cioccolato belga: Bruxelles è famosa per il suo cioccolato di alta qualità, quindi assaggiarne alcuni pezzi è un must durante il tuo viaggio.
  5. Visita il Atomium: questo edificio iconico, situato nel parco di Bruxelles, è stato costruito per l’Esposizione Universale del 1958 e oggi ospita mostre sulla scienza e la tecnologia.
  6. Passeggia lungo il canale di Bruxelles: il canale di Bruxelles è il luogo ideale per una passeggiata rilassante, con molti caffè e ristoranti lungo la riva.
  7. Visita il Manneken Pis: questa famosa statua di un bambino che fa pipì è diventata un simbolo di Bruxelles e attira molti turisti ogni anno.
  8. Esplora il quartiere del Sablon: situato nel cuore di Bruxelles, questo quartiere è conosciuto per i suoi negozi di lusso e i suoi mercatini delle pulci all’aperto.

Il nostro consiglio è quello di affidarti ad una guida facendo un tour di Bruxelles per scoprire tante curiosità di questa città.

Dove mangiare a Bruxelles

Se sei a Bruxelles e stai cercando un posto dove mangiare, ci sono moltissimi ristoranti e caffè da considerare. Ecco alcune idee:

  1. Il Fritland è un posto famoso per le sue patatine fritte: questo locale serve le migliori patatine fritte di Bruxelles e offre molti condimenti e salse da scegliere.
  2. Le Pain Quotidien è una catena di caffè e ristoranti con sede a Bruxelles: offrono cibo sano e biologico, come zuppe, insalate e panini.
  3. Le Petit Manoir de Provence è un ristorante di cucina francese situato nel quartiere di Ixelles: offrono piatti tradizionali come la bouillabaisse e il coq au vin.
  4. Le Zinneke è un ristorante etnico situato nel quartiere di Molenbeek: offrono una vasta selezione di piatti di diverse culture, come il couscous marocchino e il curry indiano.
  5. Le Pot au Feu è un ristorante di cucina belga situato nel quartiere di Saint-Gilles: offrono piatti tradizionali belgi come il carbonade flamande e il stoemp.
  6. La Maison Dandoy è una famosa pasticceria di Bruxelles: offrono una vasta selezione di biscotti e pasticcini, come i famosi biscotti al burro di Bruxelles.

Printaly, la piattaforma italiana per la stampa online

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Come scegliere la migliore tipografia online per affiancare la propria azienda ogni qualvolta si rende necessario stampare dei prodotti promozionali? Talvolta si tratta di semplici biglietti da visita, mentre altre volte si tratta di qualcosa di più complesso, come potrebbe essere per esempio un nuovo catalogo, oppure un pannello in alluminio per la nuova insegna del punto vendita, o ancora, un roll up bifacciale da esporre nel proprio stand durante le fiere del settore. Le esigenze delle imprese moderne in fatto di stampa sono sempre di più, sapendo molto bene che tra gli effetti collaterali del processo di digitalizzazione c’è anche l’esaltazione della comunicazione offline, che viene vista ora come un valore aggiunto. Per questo, per le imprese come anche per gli studi grafici, diventa cruciale poter contare su una piattaforma online che possa soddisfare le proprie richieste in modo efficace. Ma come scegliere il partner giusto?

Cosa chiedere a una tipografia online per la propria impresa

Prima di tutto è necessario guardare alla qualità della stampa e più in generale dei prodotti personalizzati. Si parla quindi della qualità dell’immagine stampata, ma anche della bontà e della resistenza dei materiali utilizzati e della cura del dettaglio. Ma non è tutto qui: le imprese hanno il bisogno di poter contare su una piattaforma per la stampa online che possa offrire la stampa personalizzata di un’ampia varietà di prodotti, senza quindi concentrarsi su un’unica categoria. Ecco quindi che la tipografia online di riferimento dovrebbe essere offrire sia la stampa di piccolo formato, sia quella di grande formato, occupandosi sia della stampa di volantini, sia di striscioni pubblicitari e totem.

É inoltre importante scegliere una tipografia online che possa vantare un parco macchine diversificato, così da poter offrire sempre la tecnologia migliore e più adatta, dalla stampa offset alla stampa digitale. E ancora, la piattaforma da eleggere come proprio partner per la stampa online deve essere rapida, garantendo tempi di consegna veloci, ridotti al minimo. Tante imprese trascurano poi l’importanza di poter contare su delle piattaforme che, al momento del bisogno, possano offrire un’assistenza pronta ed esperta.

Printaly, la risposta giusta

C’è una piattaforma per la stampa online che soddisfa tutti questi requisiti: parliamo di Printaly, una tipografia online italiana che offre un ampio catalogo di prodotti per la stampa offset e digitale, che si impegna a effettuare tutte le consegne tra i 2 e i 6 giorni lavorativi, e che offre un prezioso servizio di consulenza e assistenza.

Dall’agricoltura al turismo: le grandi industrie dell’Emilia-Romagna

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L’Emilia Romagna è una regione che si distingue nel paese per l’avanguardia del suo sistema economico e per l’attenzione alla produttività. Il suo PIL, secondo gli ultimi dati Istat del 2019, si posizionava nella parte alta della classifica italiana. Stando a quanto emerge dal rapporto annuale Regione-Unioncamere, l’Emilia Romagna alla fine del 2022 tornerà ai livelli pre-Covid e potrà ricominciare a puntare sugli asset che l’avevano guidata prima della pandemia, sperando in una crescita economica importante che possa valerle le prima posizioni nella classifica del PIL nazionale. A trainare l’economia della regione ci sono grandi industrie, medie e piccole aziende. Scopriamo insieme quali sono e che peso hanno nel totale degli introiti.

Emilia Romagna e agricoltura

L’agricoltura è l’eccellenza dell’Emilia Romagna. È un settore considerato pilota a livello nazionale perché i terreni della Pianura Padana sono un punto di riferimento per il paese, viste le particolari condizioni climatiche, l’utilizzo di macchinari moderni e tecniche avanzate e l’organizzazione delle cooperative agricole.
Il fiore all’occhiello dell’agricoltura sono gli ortaggi, coltivati nelle province di Ferrara, Piacenza e Ravenna. Segue poi l’allevamento del bestiame, che quasi si avvicina alle quantità dell’agricoltura. Non bisogna infine dimenticare la pesca costiera e di alto mare e alcuni allevamenti specifici, come quello delle anguille nella zona di Comacchio.

Emilia Romagna e turismo

Il turismo per gli emiliano-romagnoli è una vera e propria vocazione. Pensando infatti a questo settore, viene subito in mente la riviera romagnola e il business del turismo estivo. Un centinaio di chilometri di costa ogni anno attira migliaia di persone provenienti da tutta Italia e anche dall’estero. Rimini, Riccione, Cattolica, Cesenatico e Milano Marittima, sono solo alcune delle città simbolo di questo successo e rappresentano una fonte di investimento redditizia perché il mercato è sempre fiorente. Il segreto del successo della riviera romagnola è dovuto principalmente alla presenza di numerosi servizi, che assicurano una vacanza piacevole, senza pensieri e ricca di divertimenti. In quest’area ci sono infatti spiagge attrezzate, numerosi alberghi e soprattutto le discoteche e i pub più famosi della penisola.

Il turismo legato invece alla bellezza paesaggistica e al valore culturale si trova all’interno della regione, dove sono presenti città come Bologna, Ferrara e Modena che custodiscono monumenti, palazzi e opere d’arte dal valore inestimabile. Per chi desidera specializzarsi in questo settore, il consiglio è di valutare anche l’offerta di corsi online in economia, con l’obiettivo di acquisire competenze nella gestione aziendale e nel marketing. La possibilità di conseguire il titolo a distanza, grazie alle università telematiche come Unicusano, permette inoltre di poter valutare anche un tirocinio formativo mentre si studia, per cominciare ad entrare nel mood del settore.

Le aziende dell’Emilia-Romagna

Le industrie dell’Emilia Romagna sono quasi tutti di medie, piccole o piccolissime dimensioni. E, per essere forti sul mercato, si sono organizzate in cooperative. Tra le industrie più conosciute bisogna ricordare la Motor Valley, nei dintorni di Modena, nella quale spiccano gli stabilimenti della Ferrari e della Lamborghini, le industrie ceramiche a Faenza, le industrie meccaniche della provincia di Reggio Emilia, le aziende estrattive a Piacenza e di raffinazione a Ravenna. Altre attività che hanno reso famosa la regione in Italia e all’estero sono legate all’alimentazione e si trovano nella provincia di Bologna, Forlì, Cesena e nelle valli di Comacchio.

Come fare una talea di rosa

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Riprodurre una rosa per talea significa prendere un frammento di ramo, posizionarlo in un terreno fertile e fare in modo che rigeneri le parti radicali mancanti, dando così vita ad un nuovo esemplare. Si tratta di un sistema di riproduzione che sfrutta le proprietà rigenerative delle piante, in particolare quella di differenziare il tessuto radicale dal tessuto indifferenziato (merismatico) del resto della pianta.

Quale ramo scegliere per le nostre talee?

Innanzitutto, dobbiamo scegliere un ramo sano e vigoroso, di almeno 5 millimetri di diametro, privo di difetti, ma soprattutto un ramo giovane, cresciuto nell’ultimo anno, verde e privo di lignificazione marroncina.

Taglia un rametto da un ramo scelto, lasciando circa 15-20 centimetri che includano alcuni nodi dai quali spuntano gruppi di foglie. 1 centimetro sotto un nodo di foglie, taglia perpendicolarmente il ramo in modo da ottenere un taglio netto. Prosegui verso l’alto, contando quattro o cinque nodi (gruppi di foglie laterali) e taglia il ramo appena sopra l’ultimo nodo, questa volta con un taglio inclinato di circa 45 gradi. Rimuovi tutte le foglie dai primi due o tre nodi, tagliandole a livello del gambo, ma non del tutto, lasciando circa 1 mm di stelo. La parte del ramo ripulita dalle foglie sarà quella che andrà interrata. Nella parte rimanente del ramo, potresti lasciare le foglie ma dovranno essere piccole ed in numero ridotto, una o due per nodo. Se un ramo ha troppe foglie, taglia via quelle più grandi. Se ha poche foglie ma sono grandi, riduci le dimensioni di ognuna facendo un taglio a metà.

Il terriccio

Ora la talea è pronta per essere interrata in un vaso di 10 / 15 cm di diametro. Dovremmo usare un buon terriccio acido, non troppo ricco di nutrimenti e aggiungere in parti uguali della perlite agricola poco polverosa. Per ogni 2/3 litri di terriccio è suggerito aggiungere un cucchiaio di micorrize in polvere (tipo queste) e mezzo pugnetto di concime organico in pellet arricchito di trichoderma. Il rametto andrà interrato per metà della sua lunghezza facendo in modo che i nodi privi di foglie siano sottoterra. È possibile anche usare un vaso più grande in cui posizionare più talee. Importante: il vaso deve essere provvisto di fori nel fondo.

Alcuni trucchi

Un modo per impedire che i rami marciscano è quello di immergerli in una soluzione fungicida di olio di neem e acqua. Si possono anche usare prodotti radicanti, chiamati in maniera furba “ormoni radicanti”, ma si tratta sempre di prodotti sintetici di acido alfanaftilenacetico. A quel punto meglio usare la polvere un’aspirina frantumata o in alternativa del semplice miele.

Come innaffiare le talee di rose e dove tenerle

Dopo aver piantato le piantine e pressato un po’ il terreno, la prima operazione da fare è annaffiare fino a quando l’acqua non fuoriesce dal fondo del vaso. Quindi dovremmo posizionare il vaso all’ombra, in un luogo luminoso ma non a diretto contatto con il sole. La radicazione della piantina avviene solo se riusciamo a mantenere il terreno costantemente umido, evitando che i germogli e le foglie si disidratino.

Come spiegato in precedenza, un punto chiave è evitare la disidratazione del taglio dovuta all’evaporazione e alla traspirazione. Questo è il motivo per cui dobbiamo mantenere umido il terreno ed è anche il motivo per cui abbiamo ridotto il numero e la dimensione delle foglie ai nodi superiori. Ma purtroppo non basta. La soluzione è piantare quattro piccoli bastoncini di bambù (come questi) ai lati del vaso, tagliarli a 30/40 cm di altezza e adagiarvi sopra un sacchetto di nylon bianco o trasparente (va bene anche un sacchetto per congelatore) per creare un piccola serra. La borsa andrà poi legata sul fondo del vaso, potete utilizzare un elegante nastro da giardinaggio o qualsiasi altra soluzione. L’obiettivo è creare una piccola serra che mantenga l’umidità del vaso, del ramo e delle foglie e che consenta un facile accesso all’acqua e all’irrorazione.

Conclusioni

In conclusione, radicare una talea è un vero e proprio atto di vita influenzato da mille fattori. Di solito ci vuole un tempo variabile dai 30 ai 60 giorni e quindi richiede pazienza. Il nostro compito è evitare la disidratazione e aspettare che la natura faccia il suo corso e, se saremo bravi, ci ricompenserà intorno alla 5° o 6° settimana con l’emissione di un primo piccolo, giovane, meraviglioso foglietto.

Tea Tree Oil: usi e rimedi naturali

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Il tea tree oil è un olio essenziale che può essere utilizzato per molteplici scopi, dalla unghie di mani e piedi fino ai capelli. Oltre ai benefici scientificamente provati, il tea tree oil si può trovare in commercio ad un costo irrisorio ed è sicuro se usato secondo le raccomandazioni indicate. Il tea tree oil può essere usato per trattare diversi problemi della pelle, come l’acne, e può anche essere applicato sui capelli per un trattamento rinforzante. Inoltre, il tea tree oil può essere usato per trattare le unghie affette da funghi. Se stai cercando un prodotto versatile ed economico per la tua bellezza, il tea tree oil è un’ottima scelta!

Il tea tree oil è un olio naturale che viene estratto dalle foglie di un albero chiamato Melaleuca alternifolia. E’ stato usato per secoli dagli aborigeni come medicina tradizionale per curare tosse e raffreddore o applicato direttamente sulla pelle per la guarigione. Il tea tree oil contiene un composto chiamato terpinen-4-olo, che è stato dimostrato uccidere alcuni batteri, virus e funghi. Queste proprietà rendono il tea tree oil un prezioso rimedio naturale per il trattamento di malattie della pelle, batteriche e fungine, prevenendo le infezioni e favorendone la guarigione.

Igienizzante mani naturale

Il tea tree oil è un disinfettante naturale che uccide diversi batteri e virus comuni, responsabili di causare malattie. Gli studi hanno dimostrato che l’olio di melaleuca aumenta l’efficacia dei detergenti.

Ottimo repellente per insetti naturale

Il tea tree oil può essere un ottimo repellente per insetti. Uno studio ha rilevato che, 24 ore dopo essere stati trattati con olio di melaleuca, gli animali avevano il 61% di mosche in meno rispetto agli animali non trattati. Inoltre, uno studio in provetta ha rivelato che il tea tree oil aveva una maggiore capacità di respingere le zanzare rispetto al DEET, l’ingrediente attivo più comune nei repellenti per insetti commerciali.

Deodorante per il corpo naturale

Il tea tree oil è un’ottima alternativa naturale ai deodoranti e agli antitraspiranti commerciali. Le sue proprietà antibatteriche aiutano a controllare l’odore delle ascelle, prevenendo la formazione di cattivi odori.

Aiuta alla guarigione da ferite lievi

Il tea tree oil è un ottimo rimedio naturale per le ferite. La ricerca ha dimostrato che può aiutare a ridurre l’infiammazione e innescare l’attività dei globuli bianchi, che sono fondamentali nel processo di guarigione. In un piccolo studio su 10 persone con ferite, l’aggiunta di olio di melaleuca al trattamento convenzionale ha portato a una riduzione del tempo di guarigione in tutti i partecipanti.

Coadiuvante contro l’acne

Il tea tree oil può essere un’ottima soluzione per combattere l’acne. Diversi studi hanno dimostrato che è efficace nel ridurre la quantità e la gravità di questi fastidiosi problemi della pelle. In uno studio, l’applicazione di un gel a base di tea tree oil al 5% sulle lesioni dell’acne ha dimostrato di essere più di tre volte efficace nel ridurre il numero di lesioni rispetto a un placebo. In un altro studio, è risultato efficace contro l’acne quanto il perossido di benzoile, il farmaco anti-acne più comune.Prova il tea tree oil per dire addio all’acne!

Contro funghi di mani e piedi

Il fungo dell’unghia è un problema comune che può essere trattato con l’olio di melaleuca. L’olio di melaleuca è un rimedio naturale che può essere usato da solo o in combinazione con altri rimedi naturali. In uno studio, le persone con funghi alle unghie hanno usato olio di melaleuca o un farmaco antimicotico per sei mesi. Alla fine dello studio, circa il 60% delle persone in ciascun gruppo ha sperimentato una risoluzione parziale o totale del fungo.

Disinfettante per lavastoviglie

Il tea tree è un ottimo alleato per la detergenza della casa. E’ un ottimo disinfettante per pavimenti, bucato e punti difficili. Inoltre, è un ottimo cura lavastoviglie. Bastano poche gocce versate nella vaschetta della lavastoviglie per disinfettarla e ottenere una migliore pulizia.

Camicie di lino: i segreti per abbinarle

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Chi ama indossare le camicie di lino spesso si trova in difficoltà quando arriva il momento di individuare gli altri capi di abbigliamento con cui abbinarle. Lo stesso accade in presenza di una camicia a stampe floreali, che fa sorgere più di un dubbio a proposito dell’outfit con cui la si potrebbe integrare. Rinunciare a questi capi non avrebbe senso: è molto meglio capire che cosa propongono gli esperti di moda per non trovarsi in difficoltà di fronte allo specchio.

Come si abbina la camicia di lino

La camicia di lino non può mancare nel guardaroba estivo di un ragazzo: si tratta di un indumento caratteristico della bella stagione, sinonimo di freschezza e di libertà di movimento, con il suo sapore coloniale che coniuga comfort ed estetica. Il pregio di questa camicia è quello di garantire un connubio ottimale tra modernità ed eleganza, anche nel caso di una fit slim: questo tipo di fit si dimostra avvolgente e non compromette in alcun modo il comfort. Lo stile che ne deriva è giovanile, impreziosito da un collo Button down che ben si adatta alle colorazioni più diverse: si spazia dai toni più intensi del blu fino al celeste, passando per il classico bianco, senza dimenticare il rosso o il crema. Per chi ha voglia di varianti a righe, invece, il consiglio è quello di non discostarsi dalle nuance azzurro pallido.

Al passo con i tempi

La camicia in lino non passa mai di moda e, proprio per questo motivo, permette di restare sempre al passo con i tempi. Ciò non vuol dire che si tratti di un capo banale, anzi: è raccomandata a tutti coloro che desiderano azzardare con uno stile coraggioso. D’altro canto, i modelli che si possono trovare sul mercato sono così tanti che permettono di assecondare qualsiasi tipo di aspettativa e di andare incontro a ogni genere di necessità, con vari fitting accomunati da un colletto morbido che è perfetto per farsi notare.

Il mood coloniale

Non si può resistere al mood coloniale delle camicie di lino, che proiettano in men che non si dica la mente in universi esotici e mondi lontani, tra esplorazioni, mari e viaggi misteriosi. Le camicie a tinta unita sono consigliate a chi vuole lasciare parlare il colore, magari perché preferisce degli outfit un po’ più minimal: in circostanze del genere si può puntare su nuance classiche, come il blu o l’azzurro, mentre il kaki, il giallo e il rosso sono perfetti per il lavaggio tinto in capo, che pretende toni brillanti. Spesso, poi, l’eleganza sta nei dettagli, come i bottoni in colore naturale a contrasto e in madreperla che offrono un tocco più che raffinato. Come abbinare la camicia di lino, dunque? Non ci sono solo i jeans a cui pensare: una valida alternativa è rappresentata da chinos e blazer con un fitting destrutturato.

Le stampe floreali

Si guarda una camicia dalle stampe floreali e il pensiero corre subito all’estate, alla natura e al mare, ma anche ai giardini fioriti e alle foreste tropicali. Il fitting sciancrato assicura una notevole praticità e può essere abbinato a indumenti a pois o caratterizzati da fantasie geometriche, ma se si apprezza un gusto più sofisticato non si deve aver paura di microdisegni e stampe vintage. Taupe nel colletto e particolari a contrasto sono esempi evidenti di come ogni dettaglio possa contribuire a una resa complessiva originale.

Piatti e prodotti tipici di Brescia

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Tra le tradizioni culinarie della Lombardia, quella di Brescia e provincia merita una particolare attenzione grazie alla ricchezza dei suoi piatti e alla varietà dei suoi ingredienti. Molte specialità sono versioni locali di pietanze regionali: basti pensare, per esempio, a polenta e osei, vale a dire uno spiedo di uccellini accompagnato con la polenta, che è tipico anche di Bergamo e provincia. Lo stesso discorso si potrebbe fare per un dolce come la torta sbrisolona, di cui esistono varianti anche nel Cremonese e nel Mantovano.

I prodotti tipici del Bresciano

Uno dei prodotti tipici più gustosi della provincia di Brescia è il bagoss, un formaggio montano a pasta dura che viene prodotto a Bagolino e che si contraddistingue per il suo sapore piuttosto forte. Nella maggior parte dei casi esso viene tagliato a fette piuttosto grossolane e poi abbrustolito direttamente sulla brace viva: grazie a questa preparazione, la crosta diventa più morbida e l’interno si scioglie piano piano, il che trasforma il bagoss alla brace in un aperitivo ideale, magari in abbinamento con un rosso intenso e corposo come quelli della Franciacorta. Ma nella lista dei prodotti tipici di Brescia e provincia devono essere considerati anche gli spumanti della Franciacorta e l’olio della zona del Garda. Proprio con l’olio di Rovato si cucina uno dei piatti caratteristici della zona, a base di carne.

Il manzo all’olio di Rovato

Il manzo all’olio di Rovato viene servito nell’intera provincia bresciana, ma in particolare in Franciacorta. La scelta della carne è fondamentale per la buona riuscita: c’è bisogno di un taglio di manzo non troppo fibroso, poco grasso e giovane. La carne deve essere tagliata su ogni lato in modo che dalle incisioni si formino tasche destinate ad accogliere un trito di cipolla, carota e sedano e delle acciughe; in alcuni casi è prevista anche la presenza di capperi e aglio. A questo punto si ripassa il manzo nella farina e lo si mette a soffriggere nell’olio, per poi sfumarlo con un po’ di vino bianco. Una volta che la carne è stata cotta in acqua, può essere tagliata a fette sottili, come se si trattasse di un arrosto, e servito su un letto di legumi o con la classica polenta.

La tinca al forno di Clusane

Passando dalla carne al pesce, ecco la tinca al forno di Clusane: pesce tipico del lago d’Iseo, viene ripulito delle viscere e farcito con un trito di spezie che comprende il pepe nero, la noce moscata, l’alloro, la cannella e il prezzemolo, ma anche il pane grattato e il burro. La ricetta tradizionale impone che la cottura in forno avvenga in una pirofila di ceramica e che l’accompagnamento ideale sia la polenta; in ogni caso, vanno bene anche le classiche patate al forno. Un bianco secco è il vino ideale a complemento.

Il bossolà

Per quel che riguarda i dolci, è tipico della tradizione delle feste natalizie il bossolà, una ciambella semplice e soffice che ogni anno viene preparata anche nel negozio bresciano di Iginio Massari. Accompagnato da una crema al cioccolato o dalla crema pasticcera, questo dolce lievitato spolverato con lo zucchero a velo può essere gustato sia a colazione che a merenda; nel caso in cui venga servito a fine pasto, dovrebbe essere abbinato a uno spumante frizzante ghiacciato.

I casoncelli di Barbariga e Longhena

Nella zona del Garda la specialità da provare è rappresentata dai casoncelli, che hanno conquistato il riconoscimento De.Co., che corrisponde alla Denominazione Comunale. Questa pasta fresca all’uovo ha forma triangolare o rettangolare ed è farcita con un ripieno a base di parmigiano reggiano, prosciuto cotto tritato e noce moscata. Conditi con burro e salvia, i casonsei – questo il loro nome in dialetto – vengono accompagnati da un vino rosso fermo. Alcune varianti prevedono l’uso del prosciutto crudo al posto di quello cotto o addirittura il ricorso alla zucca.

Allarmi senza fili, come migliorare la protezione della propria casa

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Quando arriva il momento di comprare un antifurto, sempre più utenti decidono di orientarsi verso un sistema di allarme senza fili. Come si può facilmente intuire, in effetti, la mancanza di cavi garantisce una lunga serie di benefici, a cominciare dal fatto che per l’installazione non c’è bisogno di realizzare tracce nei muri. Questo può apparire un aspetto di poco conto, ma in realtà è di fondamentale importanza, poiché consente di evitare molti fastidi, dalla quantità di polvere che viene prodotta ai rumori.

I vantaggi offerti da un antifurto wireless

Chi decide di installare un impianto di allarme casa senza fili spesso opta per questa soluzione anche per approfittare della notevole semplicità di configurazione che i sistemi wireless assicurano. E lo stesso si può dire per una eventuale riconfigurazione, come quella che si potrebbe rendere necessaria nel caso in cui i sensori dovessero essere spostati. Le centrali digitali moderne, poi, garantiscono la massima facilità di utilizzo, e in più mettono a disposizione la possibilità di controllo remoto. Non è un caso che i sistemi più all’avanguardia dal punto di vista tecnologico prevedano la disponibilità di applicazioni per consentire la gestione a distanza attraverso lo smartphone.

Gli elementi che compongono un impianto senza fili

Il componente principale di un impianto di allarme senza fili è rappresentato dalla centrale, che fa sì che l’antifurto possa funzionare anche in assenza di energia elettrica, grazie a un alimentatore e a una batteria di back up. Per captare i tentativi di intrusione occorrono i rivelatori, mentre non può mancare una tastiera – o un telecomando, a seconda dei casi – come dispositivo di comando locale. Il combinatore telefonico e la sirena rientrano nella categoria dei dispositivi di allarme, mentre i dispositivi di comando remoti sono rappresentati dalle app, che di solito sono fruibili sia da iPhone che da smartphone con sistema operativo Android.

L’importanza della centrale in un impianto di allarme

Il cuore e al tempo stesso il cervello di un sistema di antifurto sono racchiusi nella centrale, che riceve i segnali dei rivelatori e in presenza di un allarme fa entrare in azione i dispositivi. La centrale consiste in una sorta di armadietto in metallo le cui dimensioni sono paragonabili a quelle di una scatola di scarpe. Al suo interno si trovano la batteria di riserva, l’elettronica e – in alcuni casi – un dispositivo di comando, cioè una tastiera che permette di attivare l’allarme o di disattivarlo.

Le caratteristiche della centrale

A prescindere dal tipo di centrale con cui si ha a che fare, a ciascun rivelatore deve corrispondere una zona specifica della centralina. Grazie a questa prerogativa, se si dovesse verificare un guasto a essere esclusa sarebbe unicamente una parte dell’impianto. A volte la centrale può includere un codice anti-rapina: nel momento in cui esso viene digitato, il combinatore telefonico trasmette un segnale di allarme silenzioso. Infine, è indispensabile che la centralina possieda una batteria ad accumulatori, così da poter funzionare anche quando l’energia elettrica viene a mancare.

Le soluzioni di Beta Elettronica

Con l’azienda Beta Elettronica si può essere certi di proteggere la propria abitazione nel migliore dei modi. Questo marchio, infatti, propone un allarme wireless multifunzionale, che non solo rileva intrusioni da parte di estranei e tentativi di effrazione, ma ha anche la capacità di segnalare fughe di gas, allagamenti o fumo. Volendo, è possibile collegare il sistema con una centrale operativa allo scopo di verificare quello che sta succedendo in tempo reale. Il sito di Beta Elettronica consente a chi lo desidera di calcolare un preventivo direttamente online.

Studiare in Australia? Ecco il rapporto Top 100 Graduate Employers!

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Ogni anno, il rapporto Top 100 Graduate Employers prende una profonda parte delle aziende che offrono le migliori opportunità di lavoro per i laureati, le industrie a favore dei giovani e le aziende con le quali gli studenti sono più interessati a lavorare. Studiare in australia è importante ma poter contare su assunzioni post laurea rapide forse lo è ancor di più.

Il rapporto è una produzione congiunta dell’Australian Financial Review e di GradConnection, che contiene moltissimi contenuti di approfondimento sotto forma di infografiche, testimonianze e articoli. Quest’anno ha visto una forte attenzione ai lavori governativi e all’analisi dei dati. L’elenco dei 100 migliori datori di lavoro laureati è certmente il vincitore della classifica.

L’elenco

Non sorprende che le quattro grandi società di revisione contabile si siano piazzate nella top ten. Quest’anno i primi 10 datori di lavoro sono:

  • Deloitte
  • PwC
  • IBM
  • NSW Governo
  • KPMG
  • Accenture
  • OCCHIO
  • Commonwealth Bank of Australia
  • Quantità

I principali settori per i quali i datori di lavoro stanno assumendo laureati sono l’informatica e le telecomunicazioni (50%), la finanza e l’economia (45%) e la contabilità e la revisione contabile (38%).

Focus sulle competenze trasversali Un’indagine GradConnection condotta tra i laureati della classe del 2018 ha mostrato che l’88% pensa che le competenze trasversali come la comunicazione, la risoluzione dei problemi e la consapevolezza di sé sono più importanti per un datore di lavoro che non le qualifiche universitarie.

Nel valutare i laureati, la seguente percentuale di dipendenti ha considerato queste competenze “molto importanti”:

  • Capacità di comunicazione (89%)
  • Lavoro di squadra (75%)
  • Competenze interpersonali (69%)
  • Resilienza (43%)
  • Pianificazione e organizzazione (34%)La seguente percentuale di dipendenti considerava i laureati privi di determinate competenze:
  • Conoscenza del business (40%)
  • Sensibilizzazione commerciale (35%)
  • Resilienza (17%)
  • Intelligenza emotiva (16%)
  • Esperienza professionale pertinente (14%)

Mantenere i corsi rilevanti Per garantire che gli studenti siano pronti per la forza lavoro, le università stanno facendo di più per offrire esperienze di lavoro come parte della loro laurea. Tuttavia, la relazione rileva che le università non riescono a mantenere i corsi rilevanti per le sottigliezze del posto di lavoro e a garantire che i contenuti dei corsi siano aggiornati con la pratica del settore.