Progetto “Leggo quindi penso: pianeta Pinocchio”: presentazione del documentario a Palazzo Bossi Bocchi

Published by:

Un progetto che ha offerto una preziosa occasione di educazione alla lettura e all’ascolto, in un percorso di attività che hanno saputo generare stimoli, riflessioni, condivisioni, relazioni, coscienza critica. “Leggo quindi penso: pianeta Pinocchio”, iniziativa ideata e realizzata dall’associazione culturale Progetti&Teatro, in collaborazione con L.O.F.T. Libera Organizzazione Forme Teatrali e il sostegno di Fondazione Cariparma, si è conclusa lo scorso anno tra l’entusiasmo degli artisti coinvolti, dei partecipanti ai laboratori e del pubblico che ha poi assistito allo spettacolo finale. Il capolavoro di Collodi è stato così un efficace strumento di comunicazione tra le persone chiamate a leggerne e ad ascoltarne le pagine, un mezzo straordinario per attivare confronti e pensieri sulle diverse tematiche trattate nell’opera come la disobbedienza, la coscienza, il viaggio, la formazione, l’amicizia.

Del percorso laboratoriale a suo tempo intrapreso è stato realizzato un video intitolato appunto “Pianeta Pinocchio”, documentato dal videomaker Lorenzo Bresolin, che verrà presentato sabato 17 dicembre alle ore 16 e alle ore 18 presso la Sala Conferenze di Palazzo Bossi Bocchi, sede di Fondazione Cariparma.
All’evento, aperto al pubblico, parteciperanno anche i conduttori/attori dei laboratori e i partecipanti al progetto.
Ingresso libero

(Si prega di confermare la propria presenza inviando una mail all’indirizzo info.progettieteatro[@]gmail.com)

Smartwatch per bambini: il Garmin Vivofit Jr. 3

Published by:

Nel panorama degli smartwatch per bambini, uno dei prodotti più apprezzati da genitori e figli può essere individuato senza dubbio nel Garmin Vivofit Jr. 3. Si tratta di un dispositivo che è stato ridisegnato per avere una conformazione simile più a quella di un orologio che non a quella di un bracciale fitness, ed è caratterizzato da tanti colori diversi; non mancano le versioni a tema, fra le quali spicca Avengers Marvel. Dal punto di vista estetico, la differenza rispetto al modello precedente è notevole. Il display ha dimensioni maggiori, con più colori e una risoluzione più elevata: insomma, la qualità è superiore. Il modulo centrale gode di una protezione ottimale rispetto a rigature e colpi grazie alla connessione fra i cinturini e la lunetta; cinturini che, fra l’altro, possono essere regolati con una circonferenza compresa tra i 130 e i 175 millimetri.

Le caratteristiche tecniche

Resistente all’acqua fino a una profondità di 50 metri, questo dispositivo di Garmin è consigliato ai bambini dai 4 anni in su. Il peso è di 25 grammi, mentre il display vanta una risoluzione di 112 x 112 pixel, con una tecnologia MIP a 64 colori e dimensioni di 14.1 x 14.1 millimetri. Lo scopo del Vivofit Jr. 3 è fare in modo che i piccoli siano il più possibile attivi: lo dimostra la sua ricca dotazione, che oltre al monitoraggio del sonno include il conteggio dei passi e il tempo di attività nel corso della giornata, proprio come tutti gli altri modelli di Garmin. Ovviamente le attività in questione sono state adattate per andare incontro alle preferenze dei bambini, affinché gli stessi siano più motivati. Ecco perché l’orologio prevede degli obiettivi che devono essere raggiunti, nel contesto di un gioco che si articola su più livello attraverso l’app Garmin Junior.

Perché acquistare questo dispositivo

Consultando la guida all’acquisto dei migliori smartwatch per bambini è possibile capire le caratteristiche dei vari modelli in commercio in questo momento e apprezzare ancora di più le funzioni del Garmin Vivofit Jr. 3. Tra l’altro, l’app Garmin Junior può essere scaricata sia su dispositivi Android che su dispositivi iOS, in maniera del tutto gratuita; questa applicazione prevede un sistema di ricompense e di premi che si ottengono a mano a mano che vengono conseguiti gli obiettivi prefissati, proprio per stimolare e incentivare i piccoli utenti. Il telefono comunica con lo smartwatch in maniera semplice attraverso il Bluetooth. Un altro dei motivi che dovrebbero indurre a scegliere il modello in questione è rappresentato dal Garmin World Tour, un gioco presente nell’app che permette di scalare i livelli non solo svolgendo attività fisica, ma anche tramite attività intellettuali che comprendono indovinelli, quiz e puzzle.

Il monitoraggio da parte dei genitori

Con Garmin Vivofit Jr. 3, mamme e papà hanno la possibilità di controllare ogni aspetto tramite l’app Garmin per adulti, che consente fra l’altro di verificare le attività che vengono svolte dai bambini. Non solo: i genitori stessi hanno l’opportunità di definire gli obiettivi e di erogare le ricompense e i premi sulla base di un sistema di monete virtuali che in seguito si potranno scambiare. Quindi, nel caso in cui anche altri componenti della famiglia abbiano un dispositivo Garmin, tutti i device possono essere raggruppati in un’unica app, affinché sia possibile seguire l’evoluzione di tutti ed effettuare dei confronti. Si tratta di una funzione che riguarda tanto i bambini quanto gli adulti, il che permette di dar vita a vere e proprie sfide nel contesto di giochi di famiglia. L’aspetto ludico è evidentemente correlato alle funzionalità di un fitness tracker che stimola l’esercizio fisico e fornisce dati relative alle distanze percorse e ai passi compiuti.

L’autonomia della batteria

La batteria del Garmin Vivofit Jr.3 non può essere ricaricata tramite USB; il funzionamento, invece, si basa su una pila a bottone che deve essere cambiata quando si esaurisce. La durata è più o meno di un anno, ma ovviamente varia a seconda dell’utilizzo del dispositivo. La pila si trova senza problemi in qualunque negozio e costa meno di 5 euro. In questo modo i bambini non si devono preoccupare di ricaricare tutte le volte la batteria e possono contare su un dispositivo sempre funzionante.

Grande successo per “La Peste” del Teatro del Cerchio all’interno degli spazi di OPEM S.p.A. – Parma

Published by:

Parma, 21.11.2022 – “Siamo davvero felici di tanta entusiastica partecipazione da parte del pubblico. Purtroppo non abbiamo potuto soddisfare tutte le richieste perché si tratta di uno spettacolo molto particolare, per uno spettatore alla volta. Ma siamo fiduciosi che possa ripresentarsi presto un’altra occasione” racconta il regista Mario Mascitelli, Direttore Artistico del Teatro del Cerchio, che insieme a un affiatato gruppo d’interpreti (in ordine di apparizione: Giorgio Cossu, Gianpiero Aceto, Giovanni Pazzoni, Pier Dante Federici, Anna Lisa Cornelli, Martina Manzini, Mario Aroldi, Alfredo Biondolillo, Stefania Maceri, Gabriella Carrozza, Andrea Faccioli, Silvia Nisci, Loredana Scianna, Silvia Santospirito) ha allestito sabato 19 novembre lo spettacolo “La Peste” all’interno degli spazi aziendali di Opem S.p.A., impresa d’eccellenza nel nostro territorio e non solo.

Dopo oltre vent’anni di repliche, “La Peste” targata TDC ha coinvolto, emozionato e scosso ancora una volta il numeroso pubblico che ha attraversato le undici stanze performative nelle fasce di accesso, pomeridiane e serali, rese disponibili per questo speciale evento; un’occasione unica che ha sancito anche l’avvio di una virtuosa collaborazione tra una delle realtà teatrali più seguite in città e un’azienda parmigiana storica.

Moltissime le impressioni, le riflessioni, i pensieri raccolti tra il pubblico prima e dopo il percorso. “Sono molto curioso di ascoltare la storia e di vedere anche come hanno trasformato lo spazio dove abitualmente lavoro” racconta Nicola, un dipendente di Opem e poi, al termine, tanta meraviglia negli occhi ed emozioni palpabili. “Bellissimo, abbiamo interagito con gli attori e siamo stati appieno dentro alle narrazioni in modo estremamente autentico!” scrive Monica sul libro all’uscita dove condividere a caldo i commenti dopo l’esperienza teatrale, ma c’è anche Nicoletta che dice “tanta emozione e tanta attualità nel dolore. Storie che sembrano lontane ma che sono in qualche modo tornate tra noi”, e poi Paola che confessa “stupendo, e mi è venuta voglia di rileggere il libro di Camus”, il giovane Alessandro che rivela “è stato un viaggio, non solo fisico ma immaginifico. Mi sentivo un personaggio diverso in ogni stanza”, Francesca che scrive “una catarsi, post-moderna, sospesa tra i pensieri sospesi e vissuti” e la stessa Ombretta Sarassi Binacchi, Direttrice Generale di Opem S.p.A, che sottolinea “una recitazione davvero convincente e una drammaturgia che rispecchia la situazione mondiale di grande incertezza vissuta con il Covid”

Uno spettacolo che è entrato dentro ai partecipanti, proprio come la peste, ma per contagiare con emozioni, suggestioni, pensieri. Un’occasione culturale straordinaria resa possibile dall’intraprendenza del Teatro del Cerchio e dalla lungimiranza di Opem S.p.A.

Secondo anno del progetto “Immediatamente mito”: protagonisti i ragazzi e le ragazze delle scuole superiori e dei centri giovanili

Published by:

Il percorso laboratoriale “Immediatamente mito”, inaugurato alle scuole secondarie di 1° grado e condotto dagli artisti di L.O.F.T. Libera Organizzazione Forme Teatrali, con il sostegno della Fondazione Pizzarotti nell’ambito del bando “Trovarsi 2020”, si rivolgerà quest’anno agli Istituti superiori della città e ai centri giovanili di aggregazione e formazione. Tra le finalità del progetto, contrastare la povertà formativa e valorizzare le relazioni fra le nuove generazioni.

Parma, 18 novembre 2022 – Dopo un bellissimo riscontro di pubblico, che ha confermato, in occasione dell’esito performativo del giugno scorso presso il Teatro Europa, la viva partecipazione degli spettatori, soprattutto quelli più giovani, al progetto teatrale nella sua organicità, ha preso il via in questi giorni il secondo anno di “Immediatamente mito”, un’articolata attività laboratoriale realizzata dall’associazione culturale L.O.F.T. Libera Organizzazione Forme Teatrali e finanziata dalla Fondazione Pizzarotti nell’ambito del bando “Trovarsi 2020”. Protagonisti del secondo anno di incontri, volti ad avviare una riflessione contemporanea sul concetto di “mito”, saranno gli alunni/e di alcuni Istituti superiori di Parma e dei più frequentati Centri Giovani cittadini.

Il progetto, ideato per contribuire alla prevenzione della dispersione scolastica, un fenomeno purtroppo crescente tra i giovanissimi, e stimolare, attraverso il confronto in classe, il dialogo fra insegnanti, ragazzi/e, famiglie e le idee finalizzate, come lo scorso inverno, alla messinscena di quattro monologhi teatrali, coinvolgerà quest’anno due sezioni del Liceo Artistico Toschi e una classe seconda dell’ ISISS Pietro Giordani; l’attività laboratoriale si rivolgerà, inoltre, ai Centri Giovani riconosciuti in città (Federale, Casa nel Parco, Esprit, Montanara) e a una classe di Forma Futuro, ente accreditato dalla regione Emilia-Romagna per i corsi di formazione.

Da novembre 2022 a maggio 2023 i partecipanti verranno, quindi, guidati – all’interno delle classi di riferimento e presso i propri spazi aggregativi – in quattro diversi laboratori attorno al “mito immediato”, per far riflettere sulla fascinazione che questi miti esercitano nelle scelte quotidiane e nelle relazioni fra gli adolescenti.

I percorsi saranno, come l’anno scorso, articolati in diverse fasi: un iniziale dibattito sul tema, la raccolta collettiva di materiale “mitico” e una rielaborazione critica con restituzione teatrale affidata agli artisti di L.O.F.T. che metteranno in scena i monologhi finali (uno per ogni gruppo di lavoro), prima presentandoli all’interno degli Istituti di riferimento, e, poi tra maggio e giugno, in una serata conclusiva aperta al pubblico.

La prima parte del lavoro, quella d’indagine e raccolta del materiale, sarà guidata dal drammaturgo Matteo Bacchini e dall’attore e regista Savino Paparella.

Le fasi di lavoro saranno, inoltre, documentate da riprese video ad opera del videomaker Lorenzo Bresolin, che realizzerà un docu-film da mettere a disposizione degli Istituti scolastici e dei Centri coinvolti nel progetto.

Per info e contatti: loftassociazione [@] gmail.com

“La Peste”, spettacolo simbolo della produzione TDC, in scena allo stabilimento di Opem S.p.A. – Parma

Published by:

“Undici stanze in cui uno spettatore alla volta incontrerà le vicende e i personaggi rivisitati dal romanzo di Camus, in un avvincente percorso itinerante della durata di 33 minuti. Quindici attori pronti a “contagiare” di storie e di teatro ogni singolo spettatore con cui interagire, alla ricerca di quell’essenza della “città malata” che solo una Casbah di voci può ricreare all’interno di uno spazio teatrale”. Con queste parole, Mario Mascitelli, Direttore Artistico del Teatro del Cerchio e regista, raccontava tempo fa sul blog di Teatropoli la genesi dello spettacolo “La Peste”, una produzione ormai simbolo del repertorio TDC, nata dalle suggestioni del romanzo di Albert Camus.

Dopo oltre vent’anni di repliche all’interno degli spazi abituali, deputati ad accogliere una messinscena, la versione teatrale firmata da Mascitelli verrà riproposta quest’anno in un evento speciale che coinvolgerà una delle realtà imprenditoriali più importanti di Parma, l’azienda Opem S.p.A., attiva dal 1974 nel settore del packaging e oggi specializzata nella produzione d’impianti per il confezionamento del caffè e non solo.

Nella volontà condivisa, ed encomiabile, di mettere in relazione il mondo della cultura (e del teatro in particolar modo) con quello del’impresa, di trovare nuovi stimoli attraverso il linguaggio scenico e gettare ponti ideali, anche in un’ottica di esplorazione personale e di collaborazione futura, verrà quindi presentato sabato 19 novembre, in fascia pomeridiana e serale (dalle 15.30 alle 17.30 e dalle 19.30 alle 21.30), lo spettacolo “La Peste”. Spettatori di questa versione eccezionale che conquisterà per un giorno le aree aziendali, saranno i dipendenti di Opem, ma anche il pubblico da fuori che potrà accedere ad ingresso gratuito, sempre per una persona alla volta e nel rispetto delle norme sanitarie vigenti, avendo così l’opportunità di attraversare individualmente le “stanze” pensate dal regista, lasciandosi sorprendere, emozionare, commuovere, vivendo un’esperienza teatrale immersiva e toccante.

Sarà estremamente coinvolgente riscoprire la potenza del linguaggio espressivo e del gesto che fluisce da una singola persona all’altra, dall’interprete allo spettatore, avvolti da un’insolita atmosfera artistica che pervaderà, per una volta, quello che è solitamente concepito come luogo di lavoro industriale.
Un evento straordinario per generare riflessioni, suscitare pensieri o sollevare domande più profonde e comuni all’essere umano, al nostro sentire, al nostro intendere il mondo e l’esistenza.

Sopravvissuti a una peste reale che ha travolto le nostre vite e costretto ad allontanarci gli uni dagli altri, possiamo ora percorrere nuove vie d’incontro, dimostrando apertura, attenzione al dialogo e spirito propositivo. Questa tra teatro e impresa, realizzata da TDC e Opem, ne è un incoraggiante esempio.

Spettacolo per uno spettatore alla volta con obbligo di prenotazione contattando il numero 351 5337070 oppure scrivendo a prenotazioniteatrodelcerchio@gmail.com

(Posti limitati)

OPEM spa è sita in via della Cooperazione 2/a, Parma

Per maggiori info: teatrodelcerchio@gmail.com

www.teatrodelcerchio.it
www.opem.com
#leaveasign

Dall’agricoltura al turismo: le grandi industrie dell’Emilia-Romagna

Published by:

L’Emilia Romagna è una regione che si distingue nel paese per l’avanguardia del suo sistema economico e per l’attenzione alla produttività. Il suo PIL, secondo gli ultimi dati Istat del 2019, si posizionava nella parte alta della classifica italiana. Stando a quanto emerge dal rapporto annuale Regione-Unioncamere, l’Emilia Romagna alla fine del 2022 tornerà ai livelli pre-Covid e potrà ricominciare a puntare sugli asset che l’avevano guidata prima della pandemia, sperando in una crescita economica importante che possa valerle le prima posizioni nella classifica del PIL nazionale. A trainare l’economia della regione ci sono grandi industrie, medie e piccole aziende. Scopriamo insieme quali sono e che peso hanno nel totale degli introiti.

Emilia Romagna e agricoltura

L’agricoltura è l’eccellenza dell’Emilia Romagna. È un settore considerato pilota a livello nazionale perché i terreni della Pianura Padana sono un punto di riferimento per il paese, viste le particolari condizioni climatiche, l’utilizzo di macchinari moderni e tecniche avanzate e l’organizzazione delle cooperative agricole.
Il fiore all’occhiello dell’agricoltura sono gli ortaggi, coltivati nelle province di Ferrara, Piacenza e Ravenna. Segue poi l’allevamento del bestiame, che quasi si avvicina alle quantità dell’agricoltura. Non bisogna infine dimenticare la pesca costiera e di alto mare e alcuni allevamenti specifici, come quello delle anguille nella zona di Comacchio.

Emilia Romagna e turismo

Il turismo per gli emiliano-romagnoli è una vera e propria vocazione. Pensando infatti a questo settore, viene subito in mente la riviera romagnola e il business del turismo estivo. Un centinaio di chilometri di costa ogni anno attira migliaia di persone provenienti da tutta Italia e anche dall’estero. Rimini, Riccione, Cattolica, Cesenatico e Milano Marittima, sono solo alcune delle città simbolo di questo successo e rappresentano una fonte di investimento redditizia perché il mercato è sempre fiorente. Il segreto del successo della riviera romagnola è dovuto principalmente alla presenza di numerosi servizi, che assicurano una vacanza piacevole, senza pensieri e ricca di divertimenti. In quest’area ci sono infatti spiagge attrezzate, numerosi alberghi e soprattutto le discoteche e i pub più famosi della penisola.

Il turismo legato invece alla bellezza paesaggistica e al valore culturale si trova all’interno della regione, dove sono presenti città come Bologna, Ferrara e Modena che custodiscono monumenti, palazzi e opere d’arte dal valore inestimabile. Per chi desidera specializzarsi in questo settore, il consiglio è di valutare anche l’offerta di corsi online in economia, con l’obiettivo di acquisire competenze nella gestione aziendale e nel marketing. La possibilità di conseguire il titolo a distanza, grazie alle università telematiche come Unicusano, permette inoltre di poter valutare anche un tirocinio formativo mentre si studia, per cominciare ad entrare nel mood del settore.

Le aziende dell’Emilia-Romagna

Le industrie dell’Emilia Romagna sono quasi tutti di medie, piccole o piccolissime dimensioni. E, per essere forti sul mercato, si sono organizzate in cooperative. Tra le industrie più conosciute bisogna ricordare la Motor Valley, nei dintorni di Modena, nella quale spiccano gli stabilimenti della Ferrari e della Lamborghini, le industrie ceramiche a Faenza, le industrie meccaniche della provincia di Reggio Emilia, le aziende estrattive a Piacenza e di raffinazione a Ravenna. Altre attività che hanno reso famosa la regione in Italia e all’estero sono legate all’alimentazione e si trovano nella provincia di Bologna, Forlì, Cesena e nelle valli di Comacchio.

Esports in Italia, continua la crescita: gli ultimi dati

Published by:

Gli esports sono diventati una realtà importantissima del settore dell’intrattenimento. Anche in Italia. I dati al riguardo appaiono infatti in netta crescita. Gli eventi a tema trasmessi anche nello Stivale hanno registrato un incremento del 92% di ore di visualizzazioni per i tornei nazionali e del 52% per quelli internazionali. Ma cosa sono gli esports, precisamente? Di fatto, si parla di partite ai videogame. A prima vista sembrerebbe quasi azzardato associare l’impiego di un controller a un vero e proprio sport, ma i titoli sviluppati da 15 anni a questa parte sono diventati sempre più competitivi e in giro per il mondo è possibile individuare dei veri e propri professionisti di alcuni specifici giochi. I pro gamer giocano dunque per mestiere, competono in veri team e sono promossi da grandi sponsor. Complice la diffusione di internet, i giovani hanno facilmente accesso a questa dimensione.

Non a caso, la piattaforma di condivisione video Twitch, quella preferita dagli internauti per gli eventi in tempo reale, starebbe persino tallonando Youtube. Nel 2020 Twitch ha conosciuto una crescita notevole e alcuni singoli dati sono persino superiori a quelli di Youtube. Su Twitch i gamer si mostrano in diretta ai loro fan e possono commentare in tempo reale un gameplay o le ultime novità del settore. Invero, tale possibilità è concessa anche dal “Tubo”, che però è povero di tutte quelle opzioni aggiuntive che arricchiscono la piattaforma viola e concedono una maggiore interazione con lo streamer.

Stando alla Esports digital Overview realizzata da Iidea, la principale associazione sul comparto dei videogiochi in Italia, gli eventi più seguiti e apprezzati sono quelli dedicati ai giochi come “League of Legends”, “Call of Duty Warzone” e “Rocket League”. Nel Belpaese più di un milione e mezzo di persone segue un evento esports almeno una volta a settimana. L’interesse nei confronti dello scenario agonistico è ormai più che evidente e le abitudini di fruizione di questa branca dei videogame consente di targetizzare più rapidamente i fan, così da fornire alle software house indicazioni ancora più mirate per lo sviluppo dei giochi futuri.

Gli esports, comunque, non sono necessariamente sinonimo di gaming. Non bisogna dimenticarcisi di tutti coloro che vogliono continuare a giocare solo per puro svago, senza voler per forza sfidare chi lo fa a livello agonistico. In Italia la visualizzazione degli eventi competitive aveva registrato un incremento del 26% nel 2020, per poi raddoppiare qualche mese dopo, ma i dati sul gaming generale non seguono lo stesso passo. Il fenomeno, però, è diventato anche di natura mediatica: quando viene pubblicato un nuovo titolo, il primo quesito riguarda come si potrà integrare nell’universo degli esports.

Ad ogni buon conto, anche il fatturato del semplice gioco online sta aumentando sensibilmente. Ormai anche sugli smartphone si possono trovare veri e propri videogame, oltre che giochi virtuali più classici come diversi tipi di slot machine. Negli store digitali sono presenti conversioni mobile di titoli competitivi pensati in primis per le console, con i quali è possibile fare pratica prima di impugnare un gamepad e cimentarsi nelle sfide agonistiche. Insomma, in un modo o nell’altro, le strade che portano agli esports sono sempre dietro l’angolo.

Cosa succede al tuo corpo quando smetti di fumare?

Published by:

Fumare, si sa, fa male. Ma cosa succede al corpo dopo che si spegne l’ultima sigaretta e si sceglie di non accenderne più altre?

Ebbene, la ridotta esposizione alla nicotina e alle sostanze chimiche tossiche del tabacco provoca cambiamenti in quasi ogni parte del corpo, da un udito migliore a una fertilità maggiore.

Gli effetti a breve termine dello stop alle sigarette

La nicotina, la sostanza chimica che crea dipendenza nel tabacco, può raggiungere il cervello entro dieci secondi dopo una boccata. Si lega ai recettori nel cervello chiamati recettori nicotinici dell’acetilcolina, che sono numerosi e stimolano il rilascio dell’ormone della dopamina, quello del ‘benessere’.

L’esposizione a lungo termine alla nicotina aumenta il numero dei recettori dell’acetilcolina nel cervello e richiede una quantità crescente di nicotina per ottenere lo stesso rilascio di dopamina, motivo per cui la nicotina crea dipendenza.

Dopo alcune ore, la nicotina viene scomposta, lasciando vuoti i recettori dell’acetilcolina e provocando il crollo della dopamina. Quel calo di dopamina fa sì che il nostro cervello richieda più nicotina. L’astensione dal tabacco per periodi più lunghi farà scendere la dopamina a livelli molto bassi, provocando depressioneirritabilità e ansia.

Molte persone riferiscono difficoltà di concentrazione e una lieve perdita di memoria dopo avere smesso. Questo accade perché la nicotina può stimolare il rilascio dei neurotrasmettitori nell’ippocampo, la regione del cervello coinvolta nell’apprendimento e nella memoria. Questa segnalazione ridotta nelle prime settimane di astensione dalle sigarette può far sentire le persone stordite e pigre.

Questi sintomi di astinenza, insieme all’aumento dell’appetito e dell’insonnia, raggiungono il picco il terzo giorno e possono durare fino a quattro settimane.

La buona notizia è che una volta superata questa soglia, i cambiamenti corporei che avvengono faranno solo sentire bene.

Sensi amplificati

Test su animali da laboratorio hanno scoperto che le sostanze contenute nel fumo della sigaretta possono danneggiare la coclea, l’osso a forma di spirale presente nell’orecchio interno che svolge un ruolo chiave nella percezione uditiva. Il fumo può danneggiare l’udito in altri modi, ad esempio attraverso alterazioni della segnalazione del nervo uditivo o danneggiando i minuscoli peli all’interno dell’orecchio.

Uno studio su oltre 50.000 giapponesi per un periodo di otto anni ha rilevato che il 60% dei fumatori sviluppa una perdita dell’udito ad alta frequenza, con un rischio maggiore per ogni sigaretta in più fumata al giorno. Fortunatamente, il rischio di perdita dell’udito si è ridotto entro cinque anni dalla cessazione del fumo.

Sebbene la ricerca sul fatto che il fumo riduca la nostra capacità di gustare e annusare abbia prodotto risultati contrastanti, gli esperimenti sui topi hanno rilevato effetti dannosi sul sistema olfattivo. L’esposizione dei roditori al fumo della sigaretta uccide le piccole cellule nervose che rivestono la bocca e il naso ma queste cellule conservano la capacità di rigenerarsi una volta eliminata l’abitudine.

Il fumo è stato anche associato alla degenerazione maculare senile, la causa più comune di cecità tra la popolazione anziana. Il rischio della malattia è da tre a quattro volte maggiore nei fumatori rispetto ai non fumatori, tornando alla normalità una volta che smettono di fumare.

Respirazione migliorata

Il cambiamento più significativo che si verifica quando si smette di fumare è nei polmoni. Le ciglia, le minuscole proiezioni simili a peli che rivestono la trachea, ricrescono dopo essere state paralizzate e distrutte dalle tossine del fumo di sigaretta. Le ciglia sane oscillano avanti e indietro per spazzare il muco nello stomaco, distruggendo i microbi intrappolati nei succhi gastrici acidi. Le ciglia difettose causano l’accumulo di muco nelle vie aeree, causando la tosse. I microbi patogeni nel muco si replicano senza controllo, portando ad un aumento del rischio di infezione respiratoria che comincia a diminuire non appena un mese dopo aver smesso di fumare.

Chi smette può notare che può allenarsi più a lungo senza rimanere senza fiato, con un miglioramento del 10% della capacità polmonare in soli nove mesi. L’infiammazione dei bronchi, che collegano la trachea ai polmoni, si riduce e le pareti degli alveoli, le minuscole sacche d’aria che compongono i polmoni, si rafforzano.

Vita sessuale migliorata

Gli uomini che hanno smesso di fumare possono scoprire di avere erezioni più facilmente grazie al miglioramento della circolazione. Le sostanze chimiche del fumo di sigaretta riducono la motilità e il numero di spermatozoi, che si invertono una volta che una persona smette di fumare. Le donne non fumatrici hanno un desiderio sessuale migliorato e possono raggiungere l’orgasmo più facilmente.

Goldoni Transcar: soluzioni di trasporto agricolo ideale per la montagna

Published by:

Trasportare tutto quel che si desidera, in qualunque punto: è ciò che si può fare grazie alle proposte di Goldoni Transcar, che mette a disposizione dei propri clienti un vasto assortimento di motorizzazioni, per un range di potenza che va da un minimo di 22 a un massimo di 66 cavalli. La gamma di questo marchio è stata studiata e messa a punto per assecondare le specifiche necessità di tutti coloro che lavorano in montagna e hanno bisogno di una macchina destinata in modo particolare al trasporto. Tante soluzioni disponibili, con la possibilità di optare per una macchina articolata o per ruote sterzanti e di scegliere, a seconda delle necessità, il raffreddamento ad acqua o quello ad aria.

L’allestimento di serie

Dell’allestimento di serie fanno parte la frenatura idraulica e la griglia di protezione del conducente, ma anche l’arco di sicurezza abbattibile per prevenire il ribaltamento. E, ancora, vale la pena di citare il bloccaggio differenziale su tutti e due gli assi e lo sterzo idrostatico: insomma, una ricca gamma di funzioni grazie a cui le macchine di Transcar riescono a garantire le migliori condizioni di affidabilità e di sicurezza in qualunque circostanza. Inoltre, le dotazioni a richiesta includono la cabina di guida insonorizzata e la possibilità di usufruire del pianale di carico con ribaltamento idraulico trilaterale, esistente in varie dimensioni di larghezza e di lunghezza, così che possano essere assecondate le necessità più diverse in termini di spazio e di lavoro.

Zanotti e i mezzi di Goldoni

La motoagricola Goldoni è una delle tante proposte che si possono trovare nel catalogo di Zanotti, azienda che nel corso della sua lunga vita è stata in grado di guadagnarsi la fiducia e l’attenzione di ben 3 generazioni di clienti. Fiore all’occhiello di questa realtà è l’assistenza tecnica che viene garantita da meccanici specializzati, insieme con la consulenza post vendita e il magazzino ben fornito di ricambi originali.

La serie Transcar e le motorizzazioni

Per i modelli fino a 37 cavalli la serie Transcar prevede motori a 2 o 3 cilindri con raffreddamento ad acqua o ad aria: soluzioni che hanno dimostrato di durare a lungo nel tempo e che offrono una notevole affidabilità, oltre – ovviamente – a garantire prestazioni di eccellenza. Per i modelli a 48 e a 66 cavalli, invece, si ha a che fare con un motore a iniezione diretta e raffreddamento ad acqua, a 3 cilindri aspirati e turbo. I pregi offerti sono molteplici: consumi contenuti, bassa rumorosità e prestazioni ottimali. Si tratta di motori che sono progettati per garantire risultati piacevoli in virtù di un rapporto potenza coppia ottimizzato. Così, la coppia massima può essere erogata da un regime di giri molto basso.

Tutto quello che c’è da sapere sulla trasmissione

Per quel che riguarda le trasmissioni disponibili, sono numerose le soluzioni fra cui scegliere: la versione 25 propone una robusta 6 + 3, mentre le Transcar 40, 60 e 70 sono caratterizzate da una trasmissione moderna sincronizzata 8 + 8. Questo vuol dire che si può contare sulla velocità ottimale per qualunque tipologia di lavoro. Le Transcar sono realizzate a partire da un telaio portante che assicura il meglio dal punto di vista della stabilità e della forza. Tra gli aspetti più interessanti che meritano di essere messi in evidenza ci sono il passo ridotto, il baricentro basso e le quattro ruote motrici, ma anche la frenatura idraulica con doppio circuito separato e gli snodi robusti: tutte peculiarità che fanno sì che i mezzi possano essere controllati con facilità anche quando le condizioni di lavoro sono impegnative.

Come fare una talea di rosa

Published by:

Riprodurre una rosa per talea significa prendere un frammento di ramo, posizionarlo in un terreno fertile e fare in modo che rigeneri le parti radicali mancanti, dando così vita ad un nuovo esemplare. Si tratta di un sistema di riproduzione che sfrutta le proprietà rigenerative delle piante, in particolare quella di differenziare il tessuto radicale dal tessuto indifferenziato (merismatico) del resto della pianta.

Quale ramo scegliere per le nostre talee?

Innanzitutto, dobbiamo scegliere un ramo sano e vigoroso, di almeno 5 millimetri di diametro, privo di difetti, ma soprattutto un ramo giovane, cresciuto nell’ultimo anno, verde e privo di lignificazione marroncina.

Taglia un rametto da un ramo scelto, lasciando circa 15-20 centimetri che includano alcuni nodi dai quali spuntano gruppi di foglie. 1 centimetro sotto un nodo di foglie, taglia perpendicolarmente il ramo in modo da ottenere un taglio netto. Prosegui verso l’alto, contando quattro o cinque nodi (gruppi di foglie laterali) e taglia il ramo appena sopra l’ultimo nodo, questa volta con un taglio inclinato di circa 45 gradi. Rimuovi tutte le foglie dai primi due o tre nodi, tagliandole a livello del gambo, ma non del tutto, lasciando circa 1 mm di stelo. La parte del ramo ripulita dalle foglie sarà quella che andrà interrata. Nella parte rimanente del ramo, potresti lasciare le foglie ma dovranno essere piccole ed in numero ridotto, una o due per nodo. Se un ramo ha troppe foglie, taglia via quelle più grandi. Se ha poche foglie ma sono grandi, riduci le dimensioni di ognuna facendo un taglio a metà.

Il terriccio

Ora la talea è pronta per essere interrata in un vaso di 10 / 15 cm di diametro. Dovremmo usare un buon terriccio acido, non troppo ricco di nutrimenti e aggiungere in parti uguali della perlite agricola poco polverosa. Per ogni 2/3 litri di terriccio è suggerito aggiungere un cucchiaio di micorrize in polvere (tipo queste) e mezzo pugnetto di concime organico in pellet arricchito di trichoderma. Il rametto andrà interrato per metà della sua lunghezza facendo in modo che i nodi privi di foglie siano sottoterra. È possibile anche usare un vaso più grande in cui posizionare più talee. Importante: il vaso deve essere provvisto di fori nel fondo.

Alcuni trucchi

Un modo per impedire che i rami marciscano è quello di immergerli in una soluzione fungicida di olio di neem e acqua. Si possono anche usare prodotti radicanti, chiamati in maniera furba “ormoni radicanti”, ma si tratta sempre di prodotti sintetici di acido alfanaftilenacetico. A quel punto meglio usare la polvere un’aspirina frantumata o in alternativa del semplice miele.

Come innaffiare le talee di rose e dove tenerle

Dopo aver piantato le piantine e pressato un po’ il terreno, la prima operazione da fare è annaffiare fino a quando l’acqua non fuoriesce dal fondo del vaso. Quindi dovremmo posizionare il vaso all’ombra, in un luogo luminoso ma non a diretto contatto con il sole. La radicazione della piantina avviene solo se riusciamo a mantenere il terreno costantemente umido, evitando che i germogli e le foglie si disidratino.

Come spiegato in precedenza, un punto chiave è evitare la disidratazione del taglio dovuta all’evaporazione e alla traspirazione. Questo è il motivo per cui dobbiamo mantenere umido il terreno ed è anche il motivo per cui abbiamo ridotto il numero e la dimensione delle foglie ai nodi superiori. Ma purtroppo non basta. La soluzione è piantare quattro piccoli bastoncini di bambù (come questi) ai lati del vaso, tagliarli a 30/40 cm di altezza e adagiarvi sopra un sacchetto di nylon bianco o trasparente (va bene anche un sacchetto per congelatore) per creare un piccola serra. La borsa andrà poi legata sul fondo del vaso, potete utilizzare un elegante nastro da giardinaggio o qualsiasi altra soluzione. L’obiettivo è creare una piccola serra che mantenga l’umidità del vaso, del ramo e delle foglie e che consenta un facile accesso all’acqua e all’irrorazione.

Conclusioni

In conclusione, radicare una talea è un vero e proprio atto di vita influenzato da mille fattori. Di solito ci vuole un tempo variabile dai 30 ai 60 giorni e quindi richiede pazienza. Il nostro compito è evitare la disidratazione e aspettare che la natura faccia il suo corso e, se saremo bravi, ci ricompenserà intorno alla 5° o 6° settimana con l’emissione di un primo piccolo, giovane, meraviglioso foglietto.