Quando usare la cavigliera?

Runner, calciatori, giocatori e giocatrici di pallavolo e di basket: per tutti loro, e per molti altri, la maggior parte degli infortuni si colloca proprio a livello della caviglia. Basta un passo falso durante una corsa o magari durante una passeggiata, o un atterraggio mal coordinato sotto rete o sotto il canestro, per posizionare erroneamente il piede e dare il via a un trauma di tipo distorsivo. In molti casi, l’uso della cavigliera è tra i principali metodi per curare l’articolazione e proteggerla da fastidiose recidive. Ma in quali casi usare la cavigliera? Quando è possibile usare una semplice cavigliera elastica, e quando, invece, è necessario optare per una più strutturata cavigliera bivalve?

I traumi della caviglia

Bisogna anticipare il fatto che, tra le nostre articolazioni, la caviglia è estremamente particolare: in un individuo sano, infatti, tutte le sue superfici si incastrano in modo ottimale, così dare rendere l’articolazione molto stabile. Ne risulta che per la caviglia, una normale lesione dei legamenti non porta a un’operazione chirurgica, come invece avviene al contrario quando si parla, per esempio, del crociato. Non tutti i traumi, del resto, sono uguali: per quanto riguarda la caviglia, si parla nella maggior parte dei casi di distorsioni, le quali possono essere di quattro differenti gradi. In linea generale, una distorsione ha luogo nel momento in cui, per un passo falso, si fa una rotazione interna del piede eccessiva, mettendo a dura prova i legamento

La distorsione di grado zero è un disturbo del tutto passeggero. Di fatto si limita a un dolore momentaneo, che dura una manciata di minuti, senza alcuna conseguenza. I problemi iniziano invece con la distorsione di primo grado, quella che tutti quanti definiamo ‘slogatura’ o ‘storta. Il dolore qui è più forte e più prolungato, con un gonfiore che si manifesta eventualmente alcune ore dopo l’infortunio. Già per una distorsione di primo grado è consigliabile, nella maggior parte dei casi, rivolgersi a un medico per una fasciatura efficace, e calmare il dolore con la borsa del ghiaccio.

Più grave la distorsione di secondo grado, con gonfiore e macchie che indicano la rottura dei vasi sanguigni. Qui è fondamentale applicare del ghiaccio il prima possibile, per poi recarsi al pronto soccorso allo scopo di verificare la presenza di danni ai legamenti. Il caso più grave, infine, è quello della distorsione di terzo grado: il dolore è immediato e acuto, rendendo assolutamente impossibile il movimento della caviglia. Anche in questo caso è necessario applicare immediatamente del ghiaccio e recarsi al pronto soccorso, per controllare la condizione dei legamenti e delle ossa

Quando usare la cavigliera?

Abbiamo visto i diversi tipi di distorsioni che possono colpire la caviglia. In quali casi si dovrebbe usare la cavigliera? Sottolineando il fatto che per le distorsioni più dolorose un parere medico è d’obbligo, va detto che nei casi più gravi è necessario utilizzare un tutore che immobilizzi l’articolazione, condizione che però non va prolungata nel tempo. É certamente più diffuso l’utilizzo delle cavigliere bivalve, che limitano i movimenti dannosi e conferiscono stabilità. Per le distorsioni più lievi, per la riabilitazione e per la prevenzione si passerà invece alla più leggera cavigliera elastica, la quale ha la funzione di evitare ulteriori lesioni. In ogni caso, le distorsioni di primo e di secondo grado richiedono – in quantità diverse – riposo, borsa del ghiaccio, cavigliera e sedute di fisiokinesiterapia, con l’eventuale utilizzo di stampelle per qualche giorno. Le distorsioni di terzo grado, invece, prevedono l’immobilizzazione iniziale della caviglia, per poi procedere con cautela con un percorso di fisiokinesiterapia.