Gli esports sono diventati una realtà importantissima del settore dell’intrattenimento. Anche in Italia. I dati al riguardo appaiono infatti in netta crescita. Gli eventi a tema trasmessi anche nello Stivale hanno registrato un incremento del 92% di ore di visualizzazioni per i tornei nazionali e del 52% per quelli internazionali. Ma cosa sono gli esports, precisamente? Di fatto, si parla di partite ai videogame. A prima vista sembrerebbe quasi azzardato associare l’impiego di un controller a un vero e proprio sport, ma i titoli sviluppati da 15 anni a questa parte sono diventati sempre più competitivi e in giro per il mondo è possibile individuare dei veri e propri professionisti di alcuni specifici giochi. I pro gamer giocano dunque per mestiere, competono in veri team e sono promossi da grandi sponsor. Complice la diffusione di internet, i giovani hanno facilmente accesso a questa dimensione.
Non a caso, la piattaforma di condivisione video Twitch, quella preferita dagli internauti per gli eventi in tempo reale, starebbe persino tallonando Youtube. Nel 2020 Twitch ha conosciuto una crescita notevole e alcuni singoli dati sono persino superiori a quelli di Youtube. Su Twitch i gamer si mostrano in diretta ai loro fan e possono commentare in tempo reale un gameplay o le ultime novità del settore. Invero, tale possibilità è concessa anche dal “Tubo”, che però è povero di tutte quelle opzioni aggiuntive che arricchiscono la piattaforma viola e concedono una maggiore interazione con lo streamer.
Stando alla Esports digital Overview realizzata da Iidea, la principale associazione sul comparto dei videogiochi in Italia, gli eventi più seguiti e apprezzati sono quelli dedicati ai giochi come “League of Legends”, “Call of Duty Warzone” e “Rocket League”. Nel Belpaese più di un milione e mezzo di persone segue un evento esports almeno una volta a settimana. L’interesse nei confronti dello scenario agonistico è ormai più che evidente e le abitudini di fruizione di questa branca dei videogame consente di targetizzare più rapidamente i fan, così da fornire alle software house indicazioni ancora più mirate per lo sviluppo dei giochi futuri.
Gli esports, comunque, non sono necessariamente sinonimo di gaming. Non bisogna dimenticarcisi di tutti coloro che vogliono continuare a giocare solo per puro svago, senza voler per forza sfidare chi lo fa a livello agonistico. In Italia la visualizzazione degli eventi competitive aveva registrato un incremento del 26% nel 2020, per poi raddoppiare qualche mese dopo, ma i dati sul gaming generale non seguono lo stesso passo. Il fenomeno, però, è diventato anche di natura mediatica: quando viene pubblicato un nuovo titolo, il primo quesito riguarda come si potrà integrare nell’universo degli esports.
Ad ogni buon conto, anche il fatturato del semplice gioco online sta aumentando sensibilmente. Ormai anche sugli smartphone si possono trovare veri e propri videogame, oltre che giochi virtuali più classici come diversi tipi di slot machine. Negli store digitali sono presenti conversioni mobile di titoli competitivi pensati in primis per le console, con i quali è possibile fare pratica prima di impugnare un gamepad e cimentarsi nelle sfide agonistiche. Insomma, in un modo o nell’altro, le strade che portano agli esports sono sempre dietro l’angolo.