Traduzioni: professione declassata?

Quella degli esperti in traduzioni è una professione che troppo ha lungo ha vissuto nell’ombra ma che ha scoperto negli ultimi anni una nuova intensa rinascita.

In una società sempre più orientata al contatto ed allo scambio tra diversi sistemi linguistici, il traduttore dovrebbe essere inteso come colui che è in grado di trasferire pensieri e concezioni da un mondo all’altro, da una cultura all’altra.

Eppure questa professione è percepita in modo distorto, spesso è molto sottovalutata: sembra quasi che venga svolta da chi non è in grado di reperire diversamente lavoro, quasi fosse il frutto di improvvisazione dettata da disagio occupazionale.

Non è così: il lavoro del traduttore è un lavoro educativo da fare con gli altri e per gli altri, una prestazione in grado di formare le persone, orientarle.

Traduzioni: diffusione di pensieri diversamente inaccessibili

Quello dell’esperto in traduzioni rimane pur sempre un mestiere che affascina, a metà strada tra l’arte e l’artigianato e che consente, se svolto con dedizione, iniziativa ed accortezza, di interpretare pensieri diversamente intellegibili.

Il traduttore è in qualche modo manager della comunicazione, è in grado di costruire una rete di contatti, favorire la conoscenza, promuovere il proprio business e proporsi sul mercato.

Si tratta di un mestiere antico che oggi più che mai è favorito dalle nuove tecnologie, dai software e da tutti i nuovi mezzi di comunicazione di carattere informatico.

Lo scambio di informazioni si è reso più importante, immediato, diretto. Sembra superare limiti e barriere.

E’ l’era della comunicazione globale, che non consente di rimanere ristretti alla propria cultura, ma che richiede di interfacciarsi con un mondo differente e ciò proprio grazie alla parola.

In un’era in cui i social network rendono largamente superato il contatto diretto e la comunicazione a quattr’occhi, lo scambio di opinioni, di informazioni è chiamato a superare le naturali barriere alle quali siamo stati, forse per troppo tempo, avvezzi a vivere.

Traduzione: onere economico?

Le traduzioni, oggi, vengono a volte anche percepite come un obbligo fastidioso al quale assolvere per poter attirare il maggior numero di clienti intorno al proprio business.

Un ritorno in termini di visibilità e profitti, un onere economico: ecco come viene intesa oggi una traduzione.

Pensiamo ai portali in rete: è difficile reperire sul web un sito che non sia multilingua.

Pensiamo anche semplicemente ai libretti di istruzioni di elettrodomestici o telefoni.

Eppure per quanto sia importante, per le traduzioni non si è disposti a investire nulla o quasi.

Non è molto gratificante per i traduttori che, incuranti di questo non rendere giustizia al proprio lavoro, cercano di migliorare la propria professionalità recandosi all’estero, alla ricerca di uno scambio di esperienze e competenze che possa poi portare frutto nel nostro paese.

Ma lo si sa, il nostro non è un paese che premia la meritocrazia ed affermati professionisti nel campo delle traduzioni, siano esse letterarie o tecniche, finiscono con il preferire altri mestieri, certamente da non svolgere qui.

Ci si augura che nel parlare di traduzioni un giorno non ci si ritrovi con l’associarle ad attività di poco valore, prive di un effettivo spessore culturale: deve essere data una volta per tutte giustizia a questa professione che, a buon diritto, può essere considerata non solo ricreativa, ma anche formativa.